lunedì 15 dicembre 2014

Private prospettive.

In questi giorni e segnatamente la domenica, le famigliole accompagnano i loro figlioli in visita illustrativa alle scuole superiori di ogni indirizzo. La visita orientativa è obbligatoria; si tratta dell'ultimo elemento pubblico nell'indirizzo scolastico e si qualifica con una pretesa vagamente autoritaria. L'ingiunzione si spiega, poco dopo, con il marcato atteggiamento pubblicitario dei diversi istituti per le materie che vi vengono insegnate, all'insegna della didattica champagne, delle più immaginifiche prospettive occupazionali o delle più sofisticate ipotesi formative. Che c'entra tutto ciò con la scuola pubblica? Niente, se non si trattasse di una tentativo strisciante di sottrarsi alunni, selezionandoli, come è sempre avvenuto, fra le diverse classi sociali, enfatizzando i propri immaginari contenuti che si tradurranno in seguito nella normale applicazione allo studio, secondo attitudini e possibilità economiche delle famiglie. In modo opaco, traspare comunque il disegno implicito di privatizzare l'istruzione successiva alla scuola dell'obbligo; oggi si visitano le tradizionali opzioni didattiche, con qualche ibridazione, qualche sperimentazione di gran nome e incerte prospettive, anche contenutistiche, fra non molto si chiederà un contributo economico per questo o quell'insegnamento, poi per questa o quella scuola, fino alla loro completa separazione dal sostentamento economico ministeriale. In quest'ambito, si selezioneranno gli studenti secondo censo, senza smettere di demandare alle raccomandazioni il successo professionale. Da tempo, le Università sopravvivono di corsi di laurea inventati. di lauree brevi o con percorsi limitati agli esami a quiz, che hanno inquinato, in parte, anche le facoltà più accreditate. Questo è avvenuto perchè, da tempo, lo Stato ha abbandonato gli Istituti universitari alla loro autonomia, non più solo didattica, ma anche finanziaria e li ha costretti ad assumere contegni comici. Il numero dei laureati incolti e presuntuosi si è moltiplicato e poi inflazionato e la prospettiva descritta tende a radicalizzarsi. E' per altro implicito che le lauree più remunerative resteranno appannaggio degli eredi professionali, di famiglia in famiglia, mentre ai neofiti delle professioni saranno riservati "utili" ruoli subordinati, se non avranno la possibilità o l'opportunità di impiegarsi all'estero. Dalla "riforma" all'italiana non sortirà nessuna innovazione, tranne una: se volete studiare e, domani, curarvi, sarà necessario che sosteniate privatamente le spese relative.

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