martedì 16 dicembre 2014

Simmetriche asimmetrie.

Ci sono guerre simmetriche che si combattono con i droni e con il terrorismo, fra le coalizioni ( secondo interesse ) dell'occidente e l'islamismo non istituzionale, con l'eccezione di pochi paesi fondamentalisti, uno dei quali, l'Arabia Saudita, è alleato dei consumatori di petrolio, pur giocando su due tavoli. Sembra un'esemplificazione diplomatica dell'imperscrutabile - così si diceva - politica italiana durante la prima repubblica. Le guerre simmetriche - definite dalla stampa ufficiale asimmetriche - si conducono attraverso migrazioni continentali di eserciti ( come fece Bush in Iraq ) e colpi mirati sul territorio nemico, detti terroristici, ma che in realtà sono bellici, con i mezzi disponibili a questi combattenti ( definizione tecnica del diritto internazionale ). Così si replica a New York, a Londra, a Gerusalemme o a Sydney. L'asimmetria bellica si misura invece nella lotta intestina fra le diverse componenti "dell'esercito di Allah", che ora ha le vesti di Al Qaeda, ma conosce una crisi dopo l'uccisione del suo leader ed icona e domani del Califfato di Bagdad, che si contendono a suon di scoppi ( attentati) nel cuore dei Paesi "fratelli", la preminenza, il proselitismo e una montagna di soldi. In queste guerre asimmetriche, che si propongono di rovesciare o di influenzare la politica interna dei paesi arabi od islamici alleati degli americani. Le azioni sono condotte contro apparati degli Stati e dei regimi, ma anche contro simboli della società civile, rivelando - perchè io credo che sia vero - che nella barbara contesa, neppure l'esercito e la polizia risparmiano le famiglie, i figli degli oppositori politici, armati o ideologici che siano. Oggi, a Peshawar, è stata condotta un'azione kamikaze contro una scuola civile pakistana, da un commando suicida. Gli addetti all'informazione hanno poco dopo specificato che volevano rendere pan per focaccia a chi infieriva sui loro cari, fargliene provare il dolore. E' questa l'asimmetria che i ricercati o contrastati nuovi equilibri del potere portano nel corpo vivo delle nazioni, dividendole e mettendole in contrapposizione fra di loro, così come alterando i criteri della logica interpretativa, che vengono sostituiti dalla propaganda e i canoni della coscienza, che, almeno in occidente, sono stati sostituiti dalla "razionalità" degli interessi.

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