sabato 6 dicembre 2014

Tenebre culturali e psicologiche.

Le indiscrezioni sul costume sentimentale e familiare che emergono dalle ininterrote indagini sulle vicende più tristi e misteriose degli ultimi anni o addirittura degli ultimi decenni, lasciano sconcertati. La piccola Denis Pipitone sarebbe stata uccisa perchè frutto di una relazione extraconiugale del marito della presunta assassina, ( intercettazione della polizia palermitana ) che, a questo punto, avrebbe approfittato di una scampagnata per portare a termine il suo piano e, forse, avrebbe anche provveduto a filmarla felice e ridente poco prima di ucciderla e ( da sola o con la collaborazione di altri? )farne sparire il cadavere, tanto che si è insinuato, durante tutti questi anni, che fosse stata rapita dal network della pedofilia o della "banca" degli organi. Invece - come sembra più realistico - lo strano caso sarebbe maturato all'interno di un collage familiare, di cui si dovevano fin da allora conoscere le dinamiche ma che, nonostante questo e l'assurdità delle ipotesi che hanno tenuto banco, ha saputo resistere con coesa freddezza e sicurezza a tutte le domande degli inquirenti e a tutti i tentativi di investigazione. Un atteggiamento, come nel caso in corso del bambino ragusano, sociale. Terrorizzante, interiormente devastante. Fenomeni consimili si sono verificati nelle Puglie assassine di nipoti, gettate nel pozzo dopo che due megere, una vecchia e una giovane avevano tolto di mezzo una cugina di bell'aspetto, rea di essere piaciuta a un corteggiatore ambito dalla bruttina. L'invisa era stata poi buttatta in un pozzo da un povero diavolo, dominato psicologicamente dalla moglie streghesca che, per richiamarne espiatoriamente il disprezzo, il dispetto e la sanzione, si era accusato di averla violentata subito dopo averla uccisa. L'assassina raccomandata di Bologna che aveva sfondato il capo al figlioletto "perchè aveva la testa troppo grossa" e già ritornata alla sua inquietante famiglia - si, inquietante, ricca e cattolicissima, con alla testa un patriarca e un marito correo o subornato. Tutti gli episodi di cronaca citati affondano le loro radici in un costume primitivo, salico, violento e sacrificale, chiuso in se stesso ad onta delle apparenze. Agli onori - si fa per dire - della cronaca sono poi assurti altri due casi: quello della studentessa inglese di Perugia e l'omicidio dell'uomo invisibile nella provincia settentrionale. Provincia, è sempre da sottolineare. Se il primo dei due episodi si inscrive nella cerimonialità pagana dei riti sessuali, con multipla partecipazione di uno "stregone" africano, di ragazzi viziati e corrotti, legati fra di loro non dall'affetto e men che meno dall'amore, ma dal sadico senso di predominio, portato fino all'eliminazione della vittima. La ragazza ha mostrato una sottile malizia difensiva, prima accusando un povero ristoratore di colore, come di colore è stato il principale oppressore e necatore della povera ragazza, secondo una sorta di mandato partecipe da parte della coppia perversa, poi scaricando il complice, rifugiandosi nel suo Paese, dopo una pavida sentenza assolutoria, subito, ma troppo tardi, riformata. L'ultimo caso è invece un delitto "intelligente", acutissimo, che, eliminate le prove e gli indizi, si autoaccusa proprio per il vuoto pneumatico in cui la cruentissima vicenda si perde nelle nebbie dell'indeterminatezza, nella quale, per ora, si salva l'asassin(i)o indimostrabile. Bocconiane facoltà. Eppure, la causa scatenante dell'omicidio sarebbe consistita nella scoperta, in quel contesto paesano e provinciale, di istantanee computerizzate di tristi siti pedopornografici, che la fidanzatina avrebbe scoperto, minacciando di sputtanarlo nel suo piccolo ambiente. In tutti questi casi e frangenti, alla cinica sottigliezza e determinazione comportamentale fanno da sfondo ataviche concezioni dell'apparenza, timori di compromettere, su di una base superficiale, solidrietà ambientali e familiari, assassina determinazione a tutelare la propria rispettabilità convenzionale, oppure di "vendicarsi" degli scostamenti avvenuti nell'ambito della comunità e della coppia, ad opera di una parte delle medesime, tali da compromettere il proprio ruolo nei diversi ambiti nei quali ci si trova inseriti. Un egoismo rivendicativo al quale sacrificare anche la vita..degli altri.

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