venerdì 26 dicembre 2014

Percorsi.

La presa d'atto di una incompatibilità economica, ma, prima di tutto, amministrativa e contabile, con una moneta comune, diversa dalla lira, è coincisa con la rimozione della sua causa principale. La Costituzione della Repubblica italiana, frutto dell'accordo far i maggiori partiti nazionali, fra i quali il Partito comunista, è rimasta inapplicata per tutta la durata della sua vita, nella stragrande maggioranza dei suoi capitoli. La mancata trasposizione nella società e la sedimentazione di principi di eguaglianza formale, ha impedito la formazione di un sistema serio e coeso e favorito invece lo sfarinamento e la corruzione. Lo dimostano le quattro questioni che sostanziano la nostra storica crisi, oggi di palmare evidenza: il potere della criminalità organizata, l'evasione fiscale di massa, anzi l'extraterritorialità dei capitali, alla quale ha dato il suo sistematico contributo, fino a tempi attuali, lo Stato della Città del Vaticano, l'illegalità diffusa, la paresi della giustizia che, appena cerca di accelerare, si cerca di ricondurre nella sua menomazione. Infine, l'asservimento dei media al potere politico-economico-imprenditoriale. Il 1947-1948 avrebbe dovuto segnare una rinascita della giovane nazione italiana e l'inizio di un percorso conforme al dettato costituzionale. Invece, la Costituzione è stata tenuta volutamente in salamoia ed oggi se ne proclama l'obsolescenza. Lo si fa mentre la criminalità organizzata italiana risulta essere - senza enfasi - la più potente e pervasiva del mondo, un sistema borbonico-finanziario parassitario su scala globale. Non sono i suoi soldatini a fornirne la dimensione. Cosa nostra, 'ndrangheta, camorra e sacra corona unita ( riesumata e rimessa in forza dalla 'ndrangheta negli ultimi decenni ) governano il Sud, fino alle più minute concessioni e, con i loro ingentisimi capitali transnazionali, di cui non investono un centesimo nelle loro regioni di genesi e di insediamento, condizionano, contrastandone il normale sviluppo, la finanza dell'intero Paese. Costituiscono un potere reale e, per questo, sono presenti all'interno dei partiti politici e delle istituzioni. L'evasione fiscale italiana è un fenomeno patologico di entità senza eguali nel mondo occidentale, altra prova empirica della nostra non appartenenza al medesimo. E' una pratica di massa così ingente che finisce per alterare le dinamiche dell'economia di mercato e dello Stato di diritto, fino a compromettere il funzionamneto dell'apparato statale. La micro illegalità diffusa e l'attrito portato al funzionamento della giustizia è sotto gli occhi di tutti: riguarda, nel primo caso, i privati, piccoli cittadini, le famiglie e, nel secondo, i potentati "con le mani in pasta". Infine, l'informazione latita od è fornita da media di proprietà di gruppi imprenditoriali, affaristici o finanziari e l'informazione indipendente viene, se possibile, occultata, poi minacciata e aggredita. Quindi, in italia, l'informazione non è libera, bensì condizionata, non è indipendente, ma assevita ai poteri. In questo panorama, durante il biennio 2013-2014, la classe politica più mediocre e, per di più, abusiva, della monca storia repubblicana, ha disatteso, aggirato, violato la Costituzione con la complicità e la regia del Capo dello Stato. Attraverso le deliberazioni di un parlamento costituito in base ad una legge elettorale sancita come incostituzionale, si è inteso amputare la Costituzione, abolendo il Senato, si vuole varare una nuova legge elettorale analoga all'attuale, si vuole attribuire all'esecutivo la controriforme della Costituzione, mentre una riforma dovrebbe essere attribuzione di una nuova Assemblea, eletta con criteri compatibili con la Costituzione in vigore. Si fa tutto questo nella passività generale, fra il Segretario del PD, neppure eletto in Parlamento e un senatore decaduto, perché pregiudicato. Pensate che, in queste condizioni si possa concorrere ad un psoto di prestigio in Europa? Sarebbe un paradosso, ma un paradosso esplicativo e, proprio per questo, io non lo escludo.

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