domenica 7 dicembre 2014

La maestrina.

Angela Merkel ha puntualizzato: il rendimento dell'Italia e della Francia non rassicura l'accademia tedesca; l'applicazione e i sacrifici che contemplano la virtù approvata non si riscontrano. E' vero. Sta di fatto che dopo generazioni di negligenza - soprattutto, in sede amministrativa e in ambito morale, da parte dell'Italia - un rientro sistematico dal debito, una ubbidienza al capo e una soggezione al sacrificio, oltre a non rientrare nelle nostre corde - soprattutto di quelli che ne fanno ostentazione - non è razionalmente postulabile. Noi non avevamo i conti in ordine per aderire all'Europa gugliemina, ma la sinistra spuria, allora impersonata da Romano Prodi ci subissò di tasse per far finta di aver raggiunto i parametri richiesti. Mi sembra conseguente che la maestrina post comunista ci richiami allo stesso criterio, già dissimulato ai tempi in cui forse si sperava che, in cambio del dominio sul continnte, la Germania avrebbe continuato a pagare i conti di potenza sconfitta nella seconda guerra mondiale. Ma, dopo la repentina unificazione di Helmut Kohl, i contributi alla politica teutonica sono diventati spuri, i riferimenti post bellici - subiti, ma non accettati, dopo la rapida riconquista della preminenza continentale - sono venuti meno, anche se non sono stati dichiarati ed ora si deve tener conto della realtà, che inquieta un po' anche gli americani e molto i russi, in funzione del ripristinato vantaggio - meritato, ma non esportabile - e posta una pietra tombale sugli effetti della seconda, consecutiva sconfitta bellica. La coalizione guidata dagli Stati Uniti, concorse a contendere alla Russia - che era riuscita ad affrancarsi dalla pretesa tedesca di assoggettarla e stava anzi portandosi ad occuparne il territorio, come le riuscì parzialmente, dopo aver patito trenta milioni di morti durante la respinta invasione - la vittoria sul nazismo e la spartizione del continente. Quella contrapposizione, territoriale ed atlantica, ci salvò da quell'esito prefigurato dalla Germania, che noi italiani eravamo già pronti a cavalcare, con Mussolini e dall'Unione sovietica che estese i suoi confini, ma dai quali restammo fuori. Gli americani ci "salvarono" dal comunismo e, con noi, il papato che ci lasciarono in deposito insieme ad una delle società post belliche più divise fra cattolici, che si presero in carico l'atlantismo e comunisti post resistenziali. Una società civilmente e culturalmente labile, ma politicamente complessa. Ora, rimosso ma non cancellato tutto questo, i tedeschi vogliono farla da padroni, come un qualunque chairman di consiglio di amministrazione, mentre, nella aziende ad amministrazione controllata, tutti o quasi si industriano per organizzarsi e continuare a rubare, facendo mostra di ubbidire con compunzione. Ma la maestrina continua con le verifiche. Con questo, il mondo e nemmeno l'europa centro occidentale non si uniformeranno completamente al suo metodo d'esame: continueremo dunque ad agitarci in un coacervo di incongruenze, nelle quali popoli come il nostro non saranno protagonisti. Da questo l'astensionismo, sterile ma testimoniale. L'unica via per risorgere sarebbe una rinascita, per forza di cose elitaria, di un partito fugace e nobile nella storia italiana: "Giustizia e Libertà".

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