lunedì 1 dicembre 2014

Il prezzo dell'ignoranza.

L'Italia è la nazione europea con il maggior numero di infettati dall'AIDS: lo scorso anno i casi accertati hanno riguardato 136.000 nuovi malati. Quando la malattia si manifestò, come endemica, dato che il primo caso risale al 1961, in capo ad un marinaio norvegese che navigava sulle rotte africane, sembrò, assurdamente, che fosse limitata al mondo omosessuale, peccatore e per questo punito. I primi malati furono isolati nei reparti infettivi degli ospedali di modo che si estinguessero con il virus. La segregazione, neppur dichiarata, sortì l'effetto contrario: i malati, finchè le forze glielo permisero, si diedero ad una socialità promiscua molto intensa, con la quale manifestarono la loro vitalità e il desiderio, più o meno consapevole, di rivalersi, sul maggior numero possibile di persone, del loro ignoto contagiatore. A livello istituzionale e politico si dissero una serie infinita di stupidaggini, sembrò quasi che si ritenesse il morbo appannaggo di chi se lo andava a cercare, come ad Haiti, riaffermando, in campo scientifico e sanitario, una mentalità castale e borghese, oltrechè ipocrita. La Chiesa ribadì che si trattava di una punizione divina e predicò l'astinenza, il profilattico fu censurato senza che si offrisse un'alternativa per i rapporti occasionali. Infine, per decenni, il fenomeno fu rimosso, fino alle ultime statistiche, nonostante che negli anni non citati, un numero sconosciuto al pubblico di contagiati fosse stato certamente rilevato e senza che ne fossero investigate, con la necessaria riservatezza individuale le cause. Ai malati, quando viene loro diagnosticata la sindrome da immunodeficienza acquisita, non viene chiesta quale potrebbe essere stata la probabile causa del contagio. Solo successivamente, durante i ricoveri e solo su base volontaria, si redigono delle statistiche sui comportamenti dichiarati. Più che probabile, è certo che la latenza epidemiologica deve essere molto estesa, così come, per anni è rimasta silente quella degli attuali conclamati. Quando si fanno le analisi ordinarie del sangue, quella relativa alla presenza o meno dell'HIV viene svolta solo dietro specifica richiesta e, se il potenziale paziente preferisce mettere la testa sotto la sabbia, non si può effettuare a sua insaputa. Come la salmonella dei legionari o, se preferite, come il diavolo ( dall'inno della Legione ) l'AIDS marcia insieme a noi.

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