lunedì 8 dicembre 2014

Divinità creatrici decadute.

Il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo & Roberto Casaleggio è contestato dall'interno. E' inevitabile che sia accaduto, per il numero abnorme di accantonamenti in corsa, di licenziamenti post art. 18. E' vero che Grillo aveva definito i deputati "i nostri dipendenti", ma adesso deve prendere atto che reclamano i diritti sindacali minimi: quelli previsti dalla Costituzione. Sullo spessore culturale e politico degli esponenti grillini è lecito nutrire dei dubbi: possono essere dei generosi o degli opportunisti, ma certamente mal sopportano la dittaura on-line di un capo che non può trarre, come loro, dei vantaggi dalla posizione che gli ha creato, vendendo la sua immagine, perché interdetto a vita dai pubblici uffici. Una sentenza ben più dura di quella comminata a Berlusconi, per un incidente stradale colposo. Senza il suo riferimento mediatico, il Movimento dei cittadini perde identità e rischia di diventare una federazione di comitatucci d'affari o di sparire nella melassa parlamentare. Qualunque impiegatuccio frustrato può sentirsi un oratore se non uno statista quando prende la parola alla Camera o al Senato, anziché in ufficio, dove, se lo fa, è più eterodiretto di un grillino. Nello stesso tempo, un deputato o un senatore rappresentano la nazione e non hanno vincolo di mandato. Sappiamo benissimo che non è così, ma almeno, il vincolo si limita alla tutela del proprio interesse nell'ambito del proprio "gruppo" e, in questa fase liquida, non sono ammessi parlamentari imbavagliati o con le mani legate dietro alla schiena, suscettibili di espulsione, come avveniva, anche per indegnità morale, nel vecchio P.C.I. Le creature si sono ribellate al creatore. Storie vecchie. Ora Grillo rischia di diventare solo partecipe della natura divina e che gli venga assegnata la veste del diavolo.

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