sabato 15 novembre 2014

Viaggio a ritroso nel mezzo della notte.

Ogni giorno, ad ore scandite dai posti nei dormitori, dai lavori di risanificazione dopo una notte di vomiti ed olezzi, prendono posto in strada i mendicanti. Si posizionano davanti ai supermercati, in rari casi nei piccoli androni delle chiese, come era uso un tempo. Spesso, quelli stabili - perché ci sono gli itineranti - ricoprono le ombre di quelli che vedevo da bambino ed a cui portavo poche lire. Sono luoghi storici, per null'altro deputati alla mendicità che non una memoria atavica, tramandata, di questa forma di sfruttamento di persone senza nulla, in mano all'ultimo padrone. I clochard, che preferiscono evitare la promiscuità affollata dei dormitori - spesso persone di buone maniere e discreta cultura - vengono allontanati dai loro giacigli notturni nelle strade del centro, che liberano di prima mattina, salvo rare eccezioni, costituite da resistenti di lungo sonno ( in realtà depressi senz'altro da fare che giacere, coperti dalla testa ai piedi, tanto che potrebbero essere morti senza che la loro condizione mutasse )per "sanificare" i portici, da loro e dalle pisciate dei cani, libere a differenza delle cacche, che gli insonni dell'albeggiare lasciano dovunque, esentati dalle tenebre dal senso civico, timoroso solo di una sanzione. Un autunno mite, umidiccio, foriero di infezioni bronchiali, ma ancora immune da assideramenti annunciati che, però non porteranno i "barboni" al riparo concentrazionario e immondo, a loro destinato ma del quale non fanno parte. Lungo gli stradoni della periferia nord, lungo la provinciale, fino oltre Modena, una fila danzante e colorata negli striminziti costumi da lavoro che la temperatura ancora consente, giovani donne e vere e proprie ragazze, schiave di giro di un circo ormai selezionato, prestano consolazione agli uomini soli o insoddisfatti dal menage coniugale, a prezzi accessibili quasi a tutti per via della crisi, conferendo agli occasionali compagni di pochi minuti - da cui una terribile ansia da prestazione e qualche omicidio di rivalsa - anche il brivido di un rischio contagioso. Una catena di montaggio dell'eiaculazione. La relegazione sotto il monumento al camionista, da cui si dipartono, per non accentrarsi in un solo punto e offrir maggior agio al mercato, le etére ineliminabili da migliaia di anni, per il popolo comune, fu il progetto di un'amministrazione anomala, di destra, coinvolta subito in interessi privati e tangenti, ma severa custode di una moralità visiva che, dopo decenni, venne allontanata dai viali di circonvallazione, sui quali faceva parte del paesaggio. L'appalto stradale alla malavita straniera post caduta del Muro, aveva portato, più che a un infittimento delle lavoranti - per le quali, evidentemente, c'era richiesta proporzionale - ad una scenografia da night club alla luce dei lampioni, che aveva turbato la pruderie dei ben atteggiantesi. Poi sono riapparse anche in città, in numero molto ridotto; il burlesque non è più tornato, ma il fenomeno è aumentato e ha coinvolto le affittanze delle case private, di proprietà degli stessi che si scandalizzavano per il sesso all'aria aperta. Sfruttamento di Eros, che insieme a Thanatos non conoscerà mai crisi, come sarebbe anche - l'alternativa fa ridere, è una scusa speculativa - con i casini cooperativi o privati. I fenomeni si sommerebbero, costituirebbero un accumulo di capitali ( come quelli che dal 1956 si trasformarono in alberghi ) da riciclare, ma pagherebbero le tasse ad uno Stato indebitato fino alle orecchie che, ha abdicato per lo stesso motivo all'inibizione di aprire altre case da gioco, oltre alle tre ufficialmente in uso (erano quattro, poi Taormina ha chiuso ), che pullulano anche a livello di singoli quartieri, di solito in prossimità di club privé. I piaceri e gli svaghi si fanno nascosti, commerciali, più ipocriti di quanto non lo fossero mai stati - almeno a Bologna, la mia città, dove la gaudenza non ha mai fatto storcere il naso a nessuno, prima che si mettesse di mezzo il mercato - ma resisteremo! - con la sua prostitutività e, a schermo, il suo puritanesimo affaristico, che si trasforma sempre nel contrario dei suoi enunciati. C'è stato un tempo in cui la notte dei giovani che potevano si rifugiava all'Esedra di San Lazzaro, che chiuse per le prime beghe di droga spacciata e che comportò il suicidio di un maresciallo dei carabinieri che sovrintendeva al locale ed alla zona; c'era poi il night Blue moon di Paolo Bacillieri, compagno di Nuccia Bongiovanni al Musichiere di Mario Riva. Era il 1959 e i due cantanti accennavano a dei motivi di cui i concorrenti seduti davanti a loro, dovevano prenotare la risposta, correndo verso una campanella poco innanzi. Il Blue moon conoscerà sospensioni e chiusure per induzione e sfruttamento della prostituzione. Erano gli anni degli spinelli alle feste adolescenziali, degli atteggiamenti alla "dolce vita", interpolati da americanismi, almeno per le classi borghesi. Erano però gli anni in cui, al tavolino di un bar, una ragazza, una studentessa, potevano sorseggiare un drink, sfogliare un carteggio, senza essere importunate, almeno a queste latitudini. E' morto quello sballo? No, ma si officia sotto traccia, quasi fosse subentrato qualcosa che suggerisce di non manifestarlo, almeno in quelle forme vitali che allora erano normali.

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