venerdì 14 novembre 2014

Convivenze da slums.

Nella grande, espansa periferia romana, gli italiani residenti hanno preso ad aggredire, organizzati, gli immigrati disordinatamente asserragliati in un palazzone. Il casus belli non è stato la convivenza, ma l'assegnazione degli alloggi a quattro soldi, quei soldi di cui anche gli stranieri dispongono. A dar man forte ai senza tetto nazionali sono intervenuti anche gli immigrati che una casa se la sono procurata e che, come gli indigeni, non tollerano la vicinanza concorrenziale dei sans papier. Ricordo, molti anni fa, un taxista meridionale di Milano che sbottò: basta con tutti questi immigrati - alludeva ai suoi conterranei - ci tolgono il lavoro. Lui si era integrato. tutte le periferie italiane ed i paesi sono abitati e percorsi da immigrati single, i meno integrati e potenzialmente instabili e da tante famiglie; un po' per il numero, un po' per risparmiare sul costo dell'abbigliamento, continuano ad indossare i loro caftani con shador per le signore. I bambini, almeno fino alla pubertà delle femmine, sono identici ai nostri: gli stessi abiti, giochi, icone pubblicitarie. Le classi popolari dei suburbi ci convivono o li tollerano, sono abituate al meticciato sociale ed a quello che le ristrettezze economiche comportano, ma, quando un bene essenziale e semigratuito viene loro conteso, riaffiora il pretesto della razza, "delle molestie, degli stupri, dei furti" come se prima, nel contesto dei denuncianti, non ci fossero stati, a giustificare l'intimidazione perchè lascino liberi i loculi. Al sud, abbiamo visto in che condiizioni di segregazione e di abuso sistematico vivano i braccianti delle aziende agricole, ridotti ad abitatori di stalle, neppur moderne e razionali, da quelle stesse persone che si sentono pregiudizialmente giudicate quando si spostano massicciamente, mantenendo consociativismi ed amicizie "etniche", verso il settentrione. Senza generalizare. L'assenza di una forte presa inglobante - quale quella che per decenni, dal dopoguerra, hanno esercitato le amministrazioni rosse nelle città che amministravano, che comportava anche un indebito ma utile controllo sulle dinamiche delle realtà più indisciplinate ed il ricorso casuale alla repressione poliziesca ed all'intasamento delle carceri, porta, in rapida involuzione, ad un neo primitivismo e ad una società della violenza di cui anche le labili forme di rappresentanza portano una parte di responsabiltà. Ma la via, purtroppo, mi sembra tracciata.

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