martedì 18 novembre 2014

La meraviglia dei senza memoria.

Antonio Gramsci, l'italiano attualmente più letto nel mondo, corrisponde con la cognata Tatiana, sorella, insieme ad Eugenia della moglie Giulia Schucht, che ebbe con lui, carcerato itinerante, un rapporto molto più freddo ed evasivo, di quello splendido con la più piccola della famiglia, che sarà l'unica a vegliarlo in punto di morte e l'unica ad andare al suo funerale, deserto, tranne che da lei e dalla polizia fascista. Era morto, stremato dal carcere di Turi, dove gli altri detenuti comunisti gli tiravano le palle di neve con dentro dei sassi, perchè aveva criticato l'ascesa al potere di Stalin, con il quale invece Togliatti "fece affari" fino alla fine, competendo, dispettosamente, sul piano intellettuale, con lo sfortunato, ma geniale compagno. Gramsci, dalle sue prigioni, scrive di tutto per mantenere vivo il contatto con il mondo esterno, chiede libri, insegna agli altri detenuti, ne descrive alcuni, ma parla anche di botanica e di dinamiche familiari, con semplictà. In questa lettera, attesta l'eterna difficoltà a trovare lavoro, ora come allora, in diversi scenari macroeconomici, ma senza variazioni "epocali", come ogni volta cercano di farci credere. C'è anche una acuta disamina demografica e sociologica del nostro paese, familistico e clientelare. 30 luglio 1929   Carissima Tatiana,       ho ricevuto ieri la lettera di Giulia. Spero che anche le fotografie non si siano perdute e che potrai mandarmele presto. Dovrei rispondere a tante tue quistioni mentre avrei voglia solo di chiacchierare con te del piú e del meno; mi ha molto divertito il tuo sfogo irruento e appassionato contro le affittacamere. Tuttavia cercherò di rispondere a qualche quistione. - 1° Credo che tu non debba incoraggiare, ma scoraggiare il desiderio di Vittorio di venire in Italia. Il posto di assistente di farmacia è pochissimo rimunerato e d'altronde c'è molta disoccupazione in questo ramo; ho conosciuto dei liberi docenti di chimica che andavano a far cartine per 600 lire al mese. Con la nuova legge sulle farmacie la situazione deve essere ancora peggiorata. - Ad un'altra occupazione stabile all'estero (cioè lontano dalla famiglia e dal proprio ambiente, dove è sempre possibile trovare qualche risorsa in caso di crisi) si oppone il carattere di Vittorio che, secondo me, è troppo fanciullesco e fantastico. In pochi anni io l'ho conosciuto come funzionario del Ministero degli Esteri (traduzioni), come sensale d'affari, come giornalista, come attore drammatico in tournée a Samarcanda e dintorni. Ha istinti troppo vagabondi. È un carattere che conosco perché l'ho studiato in alcuni miei fratelli, specialmente in mio fratello maggiore: l'Italia è l'ultimo paese da consigliare a simili tipi, a meno che non vivano di rendita, perché l'esuberanza di popolazione e la disoccupazione cronica in interi rami d'attività (ma specialmente nelle attività medie tecnico-intellettuali), determinata dal fatto che l'Italia ha quadri sufficienti per un paese di grande sviluppo industriale, mentre è solo mediocremente sviluppato - portano l'autorità statale a fissare ognuno rigidamente al suo posto. Quella certa popolarità che il sistema corporativo gode tra gli strati medi intellettuali è appunto dovuto alla precarietà dei posti e alla anelasticità della situazione: ognuno vorrebbe essere garantito per legge contro la concorrenza sfrenata. Chi perde il posto può rimanere disoccupato mesi e mesi, senza scorte. Ti cito un esempio. Una ditta elettrotecnica bandí un concorso per 25 ingegneri, da assumersi per tre anni in prova con 300 lire al mese; si presentarono in piú di 200. Vittorio si troverebbe in un ambiente premuto da 20 atmosfere e non tarderebbe a pentirsi. Ancora una ragione: si può fare una graduatoria della conoscenza dell'italiano nella tua famiglia: il primo posto spetta a Eugenia che scrive molto bene con uno stile italiano moderno, il secondo a Giulia che ha uno stile quasi classico, costruisce il periodo alla perfezione, ma commette degli errori che si fanno notare; il terzo a te, che in questo ultimo tempo hai migliorato molto, ma si capisce che la tua lingua non è l'italiano (è il francese, secondo me, neanche il russo); Vittorio, sebbene abbia studiato in Italia, ha dimenticato molto. Nel 22 mi scrisse alcuni articoli che non potevano neanche essere corretti; era tutto da rifare, come ortografia, morfologia e sintassi. La quistione è importante e perciò mi sono dilungato, senza nascondere nulla del mio pensiero. - Cara Tania, non posso piú chiacchierare. La scatoletta l'avevo presa subito con me; ma dimenticai di scrivertene. È graziosa, ma è una tabacchiera; diciamo una graziosa tabacchiera. Non mi sono deciso a metterci il sale, perché temo che se vado nel cortile con tale saliera, tutti gli altri mi domanderanno da annusare. Il rosaio ha già piú di 20 roselline sbocciate, che mi piacciono assai. Per ora non ho bisogno di nulla; forse puoi portarmi qualche pezzo di sapone e un po' di ovomaltina. - Non credere che io sia brontolone o di cattivo umore ecc. Talvolta scrivo in certo modo un po' per canzonatura, ma ti voglio molto bene. Ti abbraccio       Antonio

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