sabato 29 novembre 2014

Chi di gallina nasce..

Puro e semplice culto dello status symbol, che serve ai pervenus a stabilire una gerarchia psicologica nei confronti di chi non è arrivato, condividendo, ovviamente, la stessa penuria culturale e intellettuale, perché, è altrettanto ovvio, a chi non si trova nella stessa miseranda condizione, non importa una beata sega. Per questi imbecilli è un'urgenza di consumo dimostrativo: l’accaparramento compulsivo di beni vistosi come credenziali della raggiunta posizione sociale elevata. Quella personale è rimasta inalterata. La molla, per fare un esempio tratto dalla cronaca, che scatta nella testolina della ministra bellica Roberta Pinotti, a prescindere se il volo militare (trasformato in taxi) che l’ha riportata a casa avesse o meno modificato il proprio programma di volo. Pura ostentazione di rango conseguito, per una ragazza nata in un quartiere di periferia, che ha scalato la piramide sociale utilizzando la politica come ascensore individuale di carriera. L'auto blindata del Cardinale-esteta Bagnasco, un piroscafo su ruote, è stata sollevata dalla marea che ha riallagato Genova ed è stata scagliata contro l'ufficio stranieri della Questura, distruggendolo. Tutto lineare con la predicazione della modestia francescana dell'attuale pontefice. Ma la Sciura Bagnasco ha i suoi estetismi, compresi quelli, come la Pinotti, di usare con distaccato egoismo il montacarichi per la conquista dei piani superiori in qualsivoglia istituzione, laica o clericale che sia. Esito che ora l’asceso/a intende sbattere in faccia a tutti, all’insegna del classico “lei non sa chi sono io”. Lo sappiamo invece benissimo. Un po’ come l’uso delle scorte trasformate in valletti nello shopping all’Ikea da parte dell’ex ministro Anna Finocchiaro. Insomma, smargiassate da parvenu. L’ansia arrampicatrice è il tratto che accomuna queste come le mille altre storie specchio dei tempi, emerse in tutta la loro miserabile pochezza nelle interminabili indagini di polizia e magistratura sulle dissipazioni di denaro pubblico nei consigli regionali di tutta Italia. E non se ne salva uno che sia uno. Anche perché nell’evoluzione carrieristica dell’impegno pubblico si è compiuta la mutazione degli schieramenti politici in un’unica ammucchiata indistinta, in cui tutti gli appartenenti condividono l’impegno solidale di tutelare i vantaggi posizionali conseguiti; consegnando al dimenticatoio eventuali spinte ideali originare. In questo,il democraticismo senza qualità - mi dispiace ammetterlo - ha fatto danni orizzontalmente. Una situazione in cui le distinzioni perdono qualsivoglia senso. Come ne dava esplicita dimostrazione proprio l’ineffabile Pinotti nel luglio 2013, spiegando nel corso di un talk-show, Omnibus, mi pare, che lei non avrebbe avuto alcun problema a votare Daniela Santanché alla presidenza della Camera. Solidarietà tra beneficiati di un comune meccanismo di potere e relativi vantaggi materiali, oggi derubricati nel "non conosciamo più nemici". Li riconoscerete a breve, anche se sperate di lasciarli riconoscere agli altri. Tutto questo riconducibile a un più generale – inquietante – processo in atto, in cui si stanno alzando silenziosamente barriere divisorie invalicabili tra “chi è dentro” e “chi è rimasto fuori”. Insiders versus outsiders. Fobia del vento finanziario, appena si riteneva di essersi messi col culo al caldo. E' in corso un tentativo nevrotico, falsificatorio e greve di cercare un posizionamento che soddisfi tanto le ambizioni più supeficiali - le uniche del resto conseguite e conseguibili - come le esigenze di sicurezza di status. Nella fase storica in cui il Potere si fa sempre più lontano, tendendo al mistero attraverso l’illusionismo.

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