venerdì 7 novembre 2014

Distinzioni di principio.

Le nozze gay distruggono la società, tuona il conservatore Vescovo Caffarra di Bologna, autorevole e sponente della parte "conservatrice" della Chiesa, che ha subito, in una sorta d'alternanza, l'elezione di Bergoglio, dopo essere stata abbandonata da Ratzinger, che, a quanto pare, tanto provato non era, dato che continua a tessere le fla dei suoi elettori, a riceverli, a coordinarli e che ha lasciato in eredità al suo successore il suo segretario particolare tedesco. Di Bergoglio si dice che più prima che poi si dimetterà a sua volta, appena terminato il valzer del colpo al cerchio e l'altro alla botte, dell'alternanza, modello "larghe intese", del Vaticano. La Chiesa non cambia per mostrarsi come "entità non umana" e, in funzione di una dottrina immutabile, non accetterà mai deroghe vere, pena il crollo della mitologica investitura divina. Quando Caffarra parla di società distrutta, a quale società si riferisce? A quella vagamente umana o a quella politicamente nazionale? In quest'ultimo caso, che mi sembra la reiterazione costante dell'inframettenza concreta della Chiesa nella vita civile della nazione italiana, sembra però non curarsi di tutte quelle società nelle quali il matrimonio gay - di cui non ho ancora completamente capito che cosa se ne possano fare - è ormai un dato consolidato. Sono quelle socità dissolte? Sono state dissolte, eventualmente, dai matrimoni fra i gay. Non dissolve la società il matrimonio eterosessuale basato sulla prepotenza o sulla malizia, sulla violenza e le imprecazioni? In quest'ultimo caso, è preferibile la famiglia "naturale" o un'eventuale convivenza gay con adozione. I matrimoni fra gli etero e gli omo, alla fine, statisticamente, eguaglierebbero i pochi contributi positivi e i tanti negativi, come in tutte le relazioni fra umani, animali acculturati o semplicemente evoluti.

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