venerdì 7 novembre 2014

Disillusioni, per altro non imprevedibili.

Il 9 di Novembre sarà un quarto di secolo da che il Muro di Berlino crollò, fra la gioia unanime di tanti, fra i quali anch'io, che celebravano solo lo sgretolamento di di un'insopportabile relegazione, sopprimitrice della libertà. Senza aggettivi qualificativi. Oggi i muri sono proliferati, sono muri psicologici, il pregiudizio si è potuto rimanifestare con tutta la sua violenta ignoranza, ma sono anche muri fisici, a chiudere in un ghetto anziché in un altro, tutti gli inadeguati al nostro "comune" farci abbarbagliare da miraggi, perchè di cultura, in queste more, non mi sento di poter parlare. Sono passati "solo" 25 anni e la grande, sesquipedale, immensa retorica con cui l'occidente celebrò il suo trionfo sull'"Impero del Male" continua imperterrita, come se nulla, nel frattempo, fosse accaduto. Noi, europei, noi Occidente, noi "tutti americani" dall'11 settembre 2001, continuiamo a pensare di essere l'impero del Bene. Più brutalmente noi tutti pensiamo di essere l'Impero, punto e basta. Lo pensa anche l'uomo (e la donna) della strada. Anzi adesso lo pensano anche le donne che vincono il festival della canzone europea esibendo la barba. Ben tagliata, da brocker, sopra un discreto paio di tette e gambe affusolate da mannequins. Abbiamo vinto. Abbiamo abbattuto - dopo averlo indebolito fino alla morte - il mostro rosso. E abbiamo cominciato così, finito il pericolo, a esportare la nostra democrazia in Afghanistan, in Irak, in Libia, in Egitto ecc. La foto ci mostra il nostro trionfo. C'è perfino una leggera traccia di carattere estetico. Guarda come siamo bravi! Oltre che forti e belli. Tra poco il muro cadrà e la storia sarà finita per sempre. L'ha scritto Francis Fukuiama, che siede a Washington. Cadrà e potremo vedere l'altra faccia, ma noi sappiamo che è grigia, senza colori. Dunque tutto bene. Purtroppo però, nel frattempo, l'Impero non è più l'Impero, perché non può più comandare tutti. Per esempio la Cina. E scorre il sangue dappertutto, per esempio in Ucraina, che era appena al di là del muro. E questo sangue non lo fa scorrere l'Impero del male, che non c'è più. Anche se Putin è cattivo, perché non si adegua, dopo lo sfacelo eltsiniano. E scopriamo perfino che, del tutto incomprensibilmente per noi, non tutti quelli che stavano fuori dall'Impero del Bene hanno un grande desiderio di entrarci. C'è qualcosa che non va in questa storia ormai pietrificata. Sarà il caso che un nuovo muro lo tiriamo su noi. Per separarci dai sei miliardi di individui - tra cui quelli con barba e quelle con velo in testa - che si ostinano a voler turbare, con la loro sola presenza, la nostra quiete e, soprattutto, il nostro tenore di vita. Se non capiranno saremo costretti a eliminarli, perché pare che non stiamo riuscendo a corromperli, creando le condizioni per l'arricchimento di una classe egemone all'occidentale. Siamo daccapo.

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