sabato 8 novembre 2014

Diversi scenari

Il ministro dell'agricoltura danese si è fatto promotore di una proposta di legge a protezione degli animali nei confronti delle relazioni sessuali degli umani con loro. Stante l'impossibilità degli altri animali di negarsi, ecco che il governo si propone di proteggerli dagli abusi e vuole anche tutelarsi, perchè il Paese non diventi la meta di un turismo sessuale zoofilo, dato che gli Stati circonvicini, Svezia, Norvegia, Olanda Svizzera e Gran Bretagna hanno già introdotto legislazioni consimili, che non negano - esattamente come ci si propone di fare in Danimarca - non impediscono i rapporti sessuali con gli animali domestici e di allevamento ( quelli allo stato brado è meglio evitarli ) a meno che non sia provata la sofferenza degli animali-partners; insomma se non c'è consenso, entusiasmo, amore. Come faranno a provarlo, per noi resterà un mistero: abbiamo già gli psicologi per i cani e i gatti, ma non contempliamo la possibilità di investigare i sintomi degli animali forzati al coito, attivo o passivo, con "dark lady padrone" o stupratori. Saranno investigati i sintomi difformi dalla normalità dei singoli capi da macellazione o sfruttamento e quelli dei lenitori domestici della solitudine? Prima di procedere legislativamente il governo danese ha sondato la popolazione e rilevato, nelle aree urbane, una contrarietà al sesso con altri animali del 76% dei cittadini, ma, nelle aree rurali, la rilevazione è stata opposta o sfuggente. E' comunque lodevole questa sensibilità verso la sofferenza indotta in animali costretti o viziati fin da poco dopo la nascita, come avviene per gli animali domestici. Il fenomeno esiste e quanto sia diffuso in Italia non è dato sapere. I confessori della Chiesa cattolica che erano destinati a parrocchie di campagna, erano edotti su questi "peccati", perchè dovevano amministrarli nel penitenziale, così come sono normalmente edotti di tutte le possibilità riscontrabili nelle confidenze in ginocchio. Il modo di procedere e di legiferare, nel resto d'Europa, è però meno ipocrita e omertoso del nostro, troppo condizionato da un senso della colpa e della facciata, che proprio la Chiesa ha maggiormente sulla coscienza culturale e quindi politica diffusa, salvo poi violarne tutte le norme, al riparo dello schermo dell'ipocrisia. Ma, soprattutto, le circostanze oggettive trovano un tentativo di "norma"lizzazione esplicita e diretta, spoglia di formalismi ( come si è fatto per il fenomeno dell'incesto, non più oggetto di sanzione penale ) che tutelano proprio, ad ampio spettro, gli abusi e l'ipocrisia.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti