mercoledì 26 novembre 2014

Divagazioni.

Il ministro Padoan ha affermato, prendendo la parola al Parlamento europeo - che per altro conta come l'O.N.U., cioè nulla - che il mercato ha fallito e che per non prendersi in giro è necesssario il ritorno all'economia pubblica, finalizzata allo sviluppo. Speriamo che non sia, come è stato, uno sviluppo clientelare, ma forse, questo rischio concreto, in Italia non lo correremo. Le parole del ministro cadranno nel vuoto. D'altra parte, l'economia neo keynesiana dovrebbe essere eterodiretta a livello comunitario e, con queste caratteristiche, ne sarei, ne sono sempre stato, un fautore, ma, ad una riedizione affidata agli stati nazionali sarei fieramente contrario: ce la siamo già goduta per cinquant'anni. Il mercato altro non è che l'economia speculativa privata, solo per sé e non poteva che avere l'esito noto, tradizionale. Va abbandonata alla sua attività di nicchia, dalla quale comunque non uscirebbe. Il rilancio degli investimenti pubblici dovrebbe andare però di pari passo con una dura e veloce sanzione penale per chi evade, chiunque sia ed essere soggetta ad una direzione tecnica che tagli fuori clientele e riconduca i sindacati al loro ruolo di rivendicazione, economica e normativa, delle condizioni del lavoro. Ma questa dinamica deve avere basi oggettive e inderogabili, alvei e confini di diritto generale e deve essere sottratta agli accomodamenti, sempre da aggiornare, fra le parti politiche e sindacali. Si concerta cioè e, all'occorrenza ci si contrappone, su base oggettiva. Abbiamo divagato, il ministro si è concesso una gita oratoria.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti