sabato 22 agosto 2015

Legalità accoglienza, e mafie etniche.

Migliaia di migranti che si erano ammassati sul confine macedone, hanno approfittato del permesso di transito concesso solo alle donne ed ai bambini, per fare a loro volta irruzione oltre la linea di separazione greca, costellata di filo spinato. Le immagini mostrano un'infinità di persone e famiglie ammassate nei paraggi ed in prossimità dei reticolati e le forze di polizia che spingono indietro le masse umane che, a loro volta, fanno pressione con i corpi. La testugine degli scudi in plexiglass fa da contro-ariete. Le donne gridano teatralmente, le bambine le imitano disperate, i maschietti hanno già l'aspetto dei cani bastonati, mentre, di notte, ardono i fuochi dei bivacchi e alcune persone, soprattutto donne, dormono in piena luce all'interno del binario dei treni. Gli adulti sono già abituati ad essere nomadi e respinti - se ne sono dovuti andare anche da casa loro - mentre i bambini subiscono un trauma che li segnerà per la vita, anche se i più fortunati di loro troveranno uno straccio di lavoro e riusciranno a stabilirsi ai margini di un Paese ostile. Far passare solo le donne e i bambini è sbagliato, servono anche gli uomini, come componenti di varie famiglie e come membri riconoscibili e responsabili - si spera - di una comunità. Mentre questi episodi si svolgono sotto gli occhi di tutti, la Svizzera programma di spostare l'esercito sui confini, equiparando "l'invasione dei senza patria" ad una guerra in forme desuete, mentre i Macedoni, già "enclave" senza una precisa identità economica e sociale non vogliono essere subornati da numericamente prevalenti "orde" transitanti: forse temono anche la stanzialità su di un territorio piccolo e poco popolato. Il guaio è che nessuno pare intenzionato ad affrontare il fenomeno alla fonte. Dubito che il terrorismo si sposti con queste migrazioni bibliche, perché ne suppongo itinerazioni più comode, non soggette ad identificazione ed anche perché questa gente è destinata, ben che gli vada, ai campi recintati "dell'accoglienza". Si continuano ad agitare paure strumentali, mentre sui campi profughi, ben da prima di "Roma capitale" avevano preso a lucrare soggetti amorali, prima ancora che supportati da organizzazioni cirminali, senza differenze geografiche. Piuttosto, se questi disperati non conosceranno un'evoluzione, anche minima, delle loro prospettive di vita, ma, in una maniera o nell'altra andranno a popolare le periferie urbane delle costituende "Città metropolitane", oltre ad alimentare una fisiologica malavita, potrebbero, crescendo, essere strumentalizzati dalle organizzazioni terroristiche con base all'estero, come sta già avvenendo in Francia. Sono urgenti delle contro-mosse finalizzate e coordinate. Si rimane basiti di fronte a questa inerzia prolungata, così come si rimane sconcertati - pur senza attriburle un'importanza maggiore di quella che può esprimere - di fronte all'ostentazione di borse falso-griffate e di orecchini e braccialetti, addosso alle "signore" apparentemente ben nutrite che, con i loro bambini, tristi ma non patiti ed ai loro mariti trasandati, vogliono transitare senza documenti in Paesi alieni e verso mete dove li richiamano insediamenti etnici e mafie lavorative.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti