lunedì 31 agosto 2015

I costi per sopravvivere.

I migranti più facoltosi passano - solo a centinaia - da Kirkenes in Norvegia, fino all'area Schengen nella quale entrano di soppiatto su biciclette o a bordo di automobili russe guidate da residenti. Di dove sono questi turisti no Alpitour? Della Siria come gran parte dei turisti poveri, in gommone collettivo o in Jogging sui confini serbi, attraverso la Macedonia. Questi disgraziati che preferiscono i climi freddi, pagano diecimila euro per arrivare nell'agognata zona franca europea ed esserne inghottiti, bypassando i non richiesti paesi PIGS, attraverso i quali vorrebbero solo passare, come fanno in Macedonia, per approdare a mercati più ricchi e ad etnie meglio insediate. Il numero elitario dei migranti del circuito d'élite si spiega con la cifra richiesta per favorirne il viaggio che, con certezza, non attiene alle possibilità economiche dei viaggiatori, che con quella cifra da parte potrebbero rimanere a lungo nei loro Stati d'origine, casomai spostandosi un poco più in là. Trova quindi conferma, per ricchi e poveri, l'esistenza di un'organizzazione clanica e probabilmente mafiosa, che supera in termini di controllo e di consenso all'emigrazione il risparmio familiare e che pratica, a seconda delle disponibilità, prezzi differenziati per lo stesso triste servizio. Questi lavoratori in nero, almeno per i primi anni di insediamento, dovranno arricchire l'organizzazione mafiosa a cui si sono affidati e dalla quale, almeno da ora in poi, dipendono strettamente. Dalla padella nella brace. Saranno i manutengoli, ai livelli oscuri che, non mi meraviglierei se appartenessero al mondo grigio, non ufficiale della politica istituzionale ( come a Roma capitale, per intenderci ) a conservare stanzialità, prestigio e benessere, assicurandosi probabilmente, insieme alla fedeltà, la riconoscenza di coloro che hanno spolpato, o meglio ancora, di coloro che sono stati venduti, sfruttando la loro condizione di abbandono e precarietà, dai capi clan con i quali si sono indebitati con tutta la famiglia. Per libera associazione d'idee, mi viene in mente un paragone con le cure ospedaliere prestate alla popolazione col contagocce: ricovero, esami standard, impiastri e dimissioni anche se ancora in stato di narcosi. Qualcuno è grave e già a Mantova i presidi ai disabili sono ridotti, tanto che devono chiedere la residenza in Emilia Romagna. Chi si offre, allora e per chi? Esistono case protette a pagamento nelle quali i defedati sono costretti in ambienti spogli, manipolati da personale frettoloso e senza cortesie che non siano personali ed individuali. Anche in questo caso le rette sono tali da escludere le categorie più modeste, in un campo nel quale l'eguaglianza dovrebbe essere un dovere. Vi sono infine, sempre con qualche letto a disposizione, delle strutture private, a puro fine di lucro, confortevolissime ed eleganti, con tutti i servizi riabilitativi, ma con prezzi in camera singola di trecentocinquanta euro al giorno, comprese le spese mediche ordinarie, escluse quelle specialistiche, escluso parzialmente l'approvvigionamento dei farmaci prescritti e dei pannoloni per incontinenti che vengono addebitati al ricoverato e talune spese vive che la "clinica" anticipa ( poche decine di euro ) e che per questo vengono pagate regolarmente in contanti dal ricoverato. Insomma, per starci, per necessità, un mese - dato che gli ospedali pubblici, del cittadino ( di quale cittadino, ridotto come? ) non provvedono più - si spendono dai dodicimila ai quattordicimila euro, pari a una media approssimativa annua ( considerati gli extra che per indotto ne conseguono ) di centocinquantamila euro l'anno. Diversi costi per diverse sopravvivenze.

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