giovedì 13 agosto 2015

Chi è causa del suo mal, pianga se stesso.

Terza svalutazione in tre giorni per lo youan cinese e, al terzo tentativo, la borsa asiatica riparte. Adesso, le economie asiatiche, potrebbero imitare competitivamente la Cina. Gli Stati Uniti potrebbero fare altrettanto, ma la loro valuta è legata ai pagamenti internazionali: i soci incongrui, in giro per il mondo, potrebbero passar sopra ad altre tempeste belliche, ma non a una tempesta valutaria. Il rischio del controterrorismo economico si farebbe concreto. L'Europa non può neanche svalutare, troppo diverse sono le economie che la compongono nella camicia di forza dell'euro. Dopo aver liberalmente abolito i dazi all'importazione e aver subito la dequalificazione, non solo dei prezzi, ma a nche dei prodotti, continua a rimanere ingessata in un rapporto ineguale con la Germania, che l'euro esprime, e non può rilanciare in termini di competitività qualitativa, abbassando i prezzi delle sue vendite e rendendo più onerosi gli acquisti dall'area asiatica, a sua volta in squilibrata concorrenza. Se si cercava un'altra prova del progetto egemonico, sub specie monetaria della Germania restituita ia suoi fasti di potenza regionale in potenziale espansione, eccola servita dalle tradizionalissime mosse cinesi, affrancate da regole che vigono solo all'interno di una ridotta ideologica, dentro la quale si sono rifugiate tutte le economie corrotte e paternalistiche del vecchio continente. Salvo poi lamentarsi di quello che si sono andate a cercare.

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