giovedì 6 agosto 2015

L'accantonamento delle civiltà.

Il presidente turco Erdogan ha aperto la strada ai bombardamenti americani sulla Siria, lanciando inopinatamente una campagna aerea contro l'IS, mosca cocchiera, quindi, della preannunciata offensiva della NATO. Ma la battaglia tattica contro il Califfato ha subito comportato una violenta e sanguinosa repressione verso i Curdi che, da qualche mese, stanno combattendo sul campo contro le milizie islamiche, per conto di quello stesso occidente che, per l'ennesima volta, li tradisce nella consumazione di un genocidio a tappe. I Curdi sono un popolo senza terra e né gli Iracheni, né i Siriani e tantomeno i Turchi, sono disposti a concedergliela. La loro candizione autoriproduttiva, ma senza rappresentanze diplomatiche, purtroppo al soldo di tutte le speculazioni delle potenze interessate alla geopolitica energetica, li condannano, non senza colpe e corruzione endogena, a crescere rapidamente i loro discendenti per sacrificarli in sempre nuove guerre, guerre inutili dal loro punto di vista, guerre del capitalismo. In quest'ultimo caso, con il non dichiarato, ma in atto, intervento nord americano dall'aria, gli Stati Uniti vanno a contrastare la geopolitica russa che ha in Siria l'unica grande base navale nel Mediterraneo, fin dal tempo dell'Unione Sovietica. Se la riannesione della Crimea è valsa a riassicurarsi lo sbocco sui mari freddi del nord, la gragnuola di bombe che piovono sul suolo siriano non rassicureranno di certo i Russi sulle reali intenzioni degli americani, mentre le intenzioni dei Turchi, nei confronti dei Curdi, sono come quelle - negate - nei riguardi degli Armeni, con il sottofondo - certo - di inconfessabili accordi tattici fra loro e gli Statunitensi, in uno scenario nel quale gli uni coltivano preogetti egemonici e, i secondi, l'aspirazione ad una leadesrhip regionale, nella quale, al declinare dell'Iraq, della Siria, si contrappongono a distanza gli Iraniani e i Turchi, accompagnando il genocidio a tappe dei Curdi con l'azzeramento delle antiche comunità cristiane di quei territori, nell'indifferenza, come ha denunciato il Papa, delle potenze grandi e medie delle nazioni ex cristiane.

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