giovedì 20 agosto 2015

Come da copione.

La Grecia ricomincia a volare, su diverse basi. Ha infatti ceduto quattordici società aeroportuali ad un'unica compagnia tedesca che ne farà l'uso commerciale per lei più opportuno. La logica del creditore/debitore, in ambito statuale e comunitario, ma soprattutto valutario, comporta tutto questo: i cittadini greci continueranno, in parte, a lavorare in cambio di un salario, ma per un proprietario straniero, sul loro suolo, in un settore strategico, soprattutto in rapporto al turismo. In Italia, il medesimo fenomeno è in atto da diverso tempo, ma la sua diffusione è taciuta, illustrata soltanto, nel caso specifico, ogni volta che si verifica. All'atto del cambio di proprietà, i subentranti rassicurano le maestranze, insieme ai sindacati che sorridono a trentadue denti e, poche settimane dopo, appena hanno in mano la situazione, partono i progetti di ristrutturazione sanguinosi che tutti conosciamo. Taluni paesi, da trasformatori di materie prime, diventano prestatori d'opera per capitali stranieri e, alla perdita dell'autonomia politica, conseguente alla perdita della facoltà di battere moneta, aggiungono l'abdicazione ad ogni sorta di programmazione economica, dato che l'intervento pubblico nelle economie nazionali è severamente vietato. Costituirebbe una difesa nei confronti delle economie più forti, spalleggiate dagli Stati più influenti. Ecco anche perché le grandi società residue dei Paesi meno attrezzati hanno cambiato nazionalità ed hanno lasciato in patria solo alcuni stabilimenti di produzione. Come da copione di un'opera che nessuno ammette di aver elaborato e favorito.

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