venerdì 14 agosto 2015

I triviali caratteri della storia, chi li omette e chi li denuncia.

E' di poche settimane fa il successo relativo ( il 13% ) del partito dei Curdi nelle elezioni legislative turche, che hanno impedito al despota Erdogan di conseguire la maggioranza assoluta e ritagliarsi la costituzione su misura. Il successo del partito curdo, pur ridotto nelle percentuali, è significativo sul piano politico: per la prima volta i Curdi entrano in Parlamento e, mentre lo fanno, si frappongono ai reiterati e incontrastati tentativi autoritari e oscurantisti del Presidente...progressivo. Ed ecco che, come tutti gli oppositori indigeni ed autoctoni del potere turco sui popoli che compongono la sua galassia regionale, la violenza più cieca ed eliminatrice si è abbattuta su di loro. I bombardamenti sulle posizioni degli alleati dell'occidente nella guerra contro l'IS, oltre i confini siriani, sono stati mirati e condotti ignorando sistematicamente le posizioni occupate dai miliziani del Califfo, verso i quali, anzi, la Turchia è prodiga di finanziamenti, proprio in funzione anti-curda. Si ripete la storia degli Armeni, efficacemente evocata dal Papa, che ha voluto mettere le cose in chiaro e, contemporaneamente, una zeppa alle ambizioni di inquinare il tessuto smandrappato, ma culturalemnte irriducibile, della Unione europea, nella quale la Turchia potrebbe contare solo sull'appoggio tattico della Germania. Una bella accoppiata, non c'è che dire. Qualche settimana prima, un miliziano del Califfato islamico aveva ucciso, durante un attentato a mano armata, certamente rimosso, ignorato e coperto dall'onnipresente polizia segreta turca, decine di giovani Curdi impegnati in un raduno. Ebbene, la repressione è andata avanti nella stessa direzione per forza d'inerzia, con il silenzio complice degli Stati Uniti e della strana Unione europea. Il mondo si è fatto pericoloso, ma la stampa rimuove colpevolmente questa realtà degradante, mentre le potenze appoggiano ogni sorta di sopruso, tattico per loro ma strategico per chi lo compie, per prendere con una fava avariata il loro piccione, rischiando invece di alimentare la violenza strumentale oltre ogni possibilità di contenerla e di contrastarla. Erdogan deve fallire e i Curdi devono conseguire la loro nazione, mentre il gioco scoperto dello sterminio, condotto con metodi bellici e "presidenziali" - diversamente da quanto, sotto traccia e senza possibilità o volontà d'indagine efficace, è avvenuto in Italia - mira insensatamente e cinicamente a ribaltare l'esito delle recentissime elezioni, giocando sul peggior nazionalismo turco. Quello che deve tenere la Turchia ben oltre i confini, geografici e culturali, dell'Europa.

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