martedì 18 agosto 2015

La foruncolosi di Luigi Brugnaro.

Il Sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, quello che i suoi concittadini preferirono a Felice Casson dopo lo scandalo del Mose, ha esordito ritirando, motu proprio, quarantanove testi per la scuola primaria, nei quali si sensibilizzavano i bambini al rispetto reciproco, quali che fossero le condizioni nelle quali si fossero venuti a trovare, o meglio, quali che fossero le immagini, le icone nelle quali ciascuno di essi si fosse venuto a trovare. Ha cassato un tentativo di educazione discreto, e sentenziato che le discriminazioni le apportano i genitori. Verrebbe da obiettargli: se si coalizzassero anche gli anomali, se discriminassero a loro volta gli altri bambini, il modello educativo stesso - fondato fino ad ora sull'esclusione - sarebbe un modo di dire. Di che cosa parlavano i testi messi all'indice? Delle diverse situazioni personali in cui si trovano rispetto ai figli di famiglia ( spesso in situazioni di separazioe e divorzio dei genitori, affidati per l'estate alla nuova compagna del papà, ecc. ), disabili, adottati, omosessuali, chi ha due mamme o due papà, religione e pelle cromaticamente diverse e, in linea di principio chiunque si discosti da uno stereotipo che rimuove la varietà del mondo, delle opzioni reali. Il Sindaco Brugnaro conosce la sua base elettorale. La "querelle" estiva che ne è seguita non è ad uso dei futuri cittadini e neanche di quelli attuali,, ma solo dei diversi schieramenti politici e sotto-culturali, dato che ormai sul proscenio è rimasta solo la contesa di pseudo-principio. L'apertura, sul piano amicale e del riconoscimento solidale fra uguali ( almeno finché è possibile ) è la condizione per la serenità dell'adulto, che altri non è che il bambino che è stato e vedersi disprezzato, in un'età nella quale non si hanno difese, da una coalizione d'occasione per la propria difformità rispetto a stereotipi che sono spesso intimamente contraddetti, conduce ad un'assurda sofferenza e a una inestirpabile sfiducia, dato che le ostilità si sedimentano nell'età adulta e vengono trasmesse come stigma di riconoscimento nel gruppo, comunque denominato, ai discendenti. L'educazione, riservata a siffatte famiglie, proprio quando la famiglia - a volte profondamente litigiosa nascostamente - che continua a chiamarsi così, pur avendo aumentato le sue facoltà di composizione -, rappresenta una contraddizione che rivendica la sua conferma. L'accettazione della poliedricità del vivere, anche quando non è racchiusa, tutelata, da una composizione o rabberciamento di interessi, aprirebbee almeno la strada ad un'ipotesi di umanesimo minore e consentirebbe di avvicinarsi alla semplice constatazione empirica che l'uomo è la misura, l'unica misura, di tutte le cose. Ma quanto precede, oltreché ignoto, fa venire la foruncolosi al Sindaco Luigi Brugnaro e ai suoi elettori, dei quali lui è accolito.

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