lunedì 24 agosto 2015

Demandi debitori.

Vertice Franco-Tedesco e nuovo dikat: Italia e Grecia creino una struttura seria di monitoraggio e di riconoscimento dei migranti che approdano sulle sue coste e poi ci rimangono. La force del frappette e il teutonico autoritarismo controllore, come si addice au un Cancelliere cooptato ai vertici del suo Paese e, per indotto, ai vertici dell'Unione europea, proveniente dalla Germania comunista. Quella francese, sembra più che altro un'influenza culturale, quella della "Civilisation" alternativa, ma attualmente subordinata, a quella della "Kultur" tedesca. Tutti gli altri Paesi membri continuano ad essere ignorati e l'evidenza per la quale non se ne offendono, lascia intendere che la squilibrata diarchia sul continente è nota e accettata nelle segrete stanze. Che poi il ragioniere di banca francese e la mucca altoatesina di Germania si mettano ad enunciare compiti costrittivi e senza contropartita agli altri Stati ex sovrani, irrita profondamente. E' inaccettabile. Una volta tanto, mi sentirei di essere d'accordo con il Governo italiano, che ha affermato: d'accordo, lo faremo, ma desidereremmo che contestualmente fosse messo nero su bianco quanti fra coloro che saranno riconosciuti "degni" di essere accolti, rimarranno da noi e quanti altri si trasferiranno senza ostacoli in ciascuno degli altri Paesi della U.E. Mi lascia ancora scettico il tono sommesso con cui questa normale e scontata premessa è stata proposta, dati i continui arretramenti posti in atto non solo dal nostro Paese, che ai voltafaccia è abituato, ma dalla stessa Grecia che pure aveva avuto in tempi recentissimi un ribadito mandato a recuperare l'autonomia e la sovranità nazionale. Il censimento dei migranti è improcrastinabile, sentenziano i due Capi di Governo, ma anche l'accoglienza ripartita, percentualmente prevista e subito disattesa da un recentissimo trattato. Le liturgie e le imposizioni sempre più scoperte, con la Francia nel ruolo di damigella, pudica e timorosa, della panzer Cancelliera tedesca, attestano il criterio, imposto o accettato, della inconsulta Unione europea monetaria; i doveri del tutto sperequati ed arbitari, ne confermano l'inaccettabile attualità e la sua necessaria e non più procrastinabile messa in mora.

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