mercoledì 12 agosto 2015

La Cina è sempre più vicina.

Svalutazione del 2,59% in due giorni dello Yuan cinese: la Cina è sempre più vicina, con la sua capacità d'influenza, non più ideologica, sempre circoscritta alla pur importante area asiatica, ma finanziaria, altamente competitiva con la finanza occidentale. Gli Stati Uniti, da molte presidenze hanno spostato il loro focus proprio sull'Asia e sul Pacifico, ma la Cina gerarchica eppur flessibile, fortemente organizzata secondo il modello di un granitico, eppur efficente, Partito comunista, con le sue ramificazioni in espansione in tutto il mondo, i cui effetti non sono scrutabili nel lungo periodo, inchioda gli occidentali alle loro contraddizioni. Può darsi che questi ultimi reagiscano, prima o poi, con una guerra. I Cinesi, in crisi di riflusso da bulimia di successo, hanno subito utilizzato la leva della svalutazione, mandando in rosso le borse mondiali, facendo rialzare la loro, ponendo di nuovo le basi per un'espansione, senza dazi, delle loro esportazioni a basso costo e di bassa qualità. La profezia di Karl Marx, secondo la quale i modelli industriali delle economie classiche e di imitazione dell'occidente sarebbero implosi per via delle loro contraddizioni, che le forze rivoluzionarie dovevano individuare ed aggravare, si sta forse avverando sullo stesso terreno, ma stavolta uguale e competitivo, del capitalismo o meglio, della sua carnevalesca e suicida versione finanziaria, nella quale alla qualità dei beni si è voluta sostituire, per fini speculativi, l'aleatorietà della carta moneta o, peggio ancora, l'invisibilità della moneta elettronica e telematica. E, si sa, di speculazione si può morire.

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