sabato 22 agosto 2015

Il culto negato.

Da Gennaio a Luglio di quest'anno, il turismo a Predappio, è cresciuto del 212% rispetto all'uguale periodo dello scorso anno. Il pellegrinaggio dei fascisti, vecchi e ormai soprattutto nuovi, non si è mai interrotto. Ad esso hanno offerto la cura pastorale anche alcuni sacerdoti, alcuni dei quali, come il musicologo servita di Bologna, ma di origine romagnola, Pellegrino Santucci, hanno celebrato le ricorrenze del regime dell'uomo "mandato dalla Provvidenza". La zona è, da decenni, amministrata dalla sinistra che, però, ha da qualche tempo sinergizzato la qualità vitivinivola del luogo con una serie di iniziative che, se negli enunciati parlano di Museo del fascismo in paese per ammonire le giovani generazioni sulla natura dei regimi totalitari, dall'altro ammiccanno all'indotto affaristico della curiosità, ma anche dell'affinità ideologica prodotta dalla rottura degli argini territoriali e spesso provincialmente culturali, che la finanza ha apportato e che apporterà. Insieme al Comune di Forlì, Predappio si "sta allargando", mentre gran parte dei visitatori commentano che "con lui, tutti 'sti africani col cavolo che mettevano piede in Italia", poi si portano nelle trattorie e nei ristoranti a commemorare l'ipotesi accarezzata. Ma continuando di questo passo e offendo alternative museali e ricreative, convegni e ritrovi, anche l'industria alberghiera della provincia di Forlì potrebbe trovare una implementazione. Mussolini chiese ai suoi architetti di fare di Forlì una metropoli; gli spegarono che il territorio non si prestava. Declinò quindi su Littoria, l'attuale Latina che con la metropoli, troppo vicina a Roma, ha avuto poco a che fare, ma che fu eletta a simbolo del risanamento delle paludi pontine in prossimità delle quali sorse. Predappio non diventerà una metropoli - area metropolitana romagnola permettendo - ma forse la velleità trionfalistica di Mussolini troverà nuova applicazione, riveduta e corretta senza che i fruitori ne debbano tenere conto, intorno alla sua tomba. Mussolini fu giustiziato da una brigata partigiana e non fu consegnato agli alleati, come capita - direi sempre - ai dittatori con i quali troppi si sono compromessi, ma il suo piccolo mausoleo ha segnato la storia economica e turistica di Predappio per tutto il dopoguerra, fino ad oggi. Ha avuto pubblica sepoltura e un popolo di fedeli che ha reso manifesta l'anima non rinnegata e fascista di parte del Paese. Ai simboli di una opzione guerresca ed oppositiva alle forze preponderanti, come Osama Bin Laden - lo cito per puro esempio attuale e a tutti noto - il mausoleo è stato il mare, in un punto molto frequentato dai pescecani.

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