domenica 16 agosto 2015

Il gamete eterologo.

E' stata ottenuta, presso il policlinico Sant'Orsola di Bologna, la prima fecondazione eterologa da donatore volontario e gratuito. E' un libero ( fino ad un certo punto, perchè il gamete viene veicolato, organizzato, dall'Istituto ospedaliero universitario ) flusso fecondatore, dicono, in altri termini alcuni, mantre per altri si tratta non di generosi donatori, ma di volgari donatori di sperma. Fino ad ora le fecondazioni erano avvenute attraverso l'acquisto all'estero dei gameti utili alla bisogna, ma senza peccato, per così dire, senza orgasmi, per dirla in un altro modo. I derelitti del sesso, quindi, continuano a farsi delle seghe a distanza e vengono pagati, con quattro soldi, purché restino anonimi e lontani. Nell'ultimo caso, è da ritenere, il donatore di sperma è un indigeno o per lo meno un residente..o forse no: un estroso di passaggio desideroso di lasciare traccia di sé nel mondo per lui raggiungibile, insomma, comunque nei dintorni. La donazione ha coinvolto anche le donne, dodici delle quali hanno prestato i loro ovociti alla potenziali amiche desiderose delle gioie della gestazione e dell'allevamento di marmocchi strillanti. D'ora in poi, affrancate dalla consustanzietà di gamete e gestazione, neanche le donne , le madri, saranno certe. Dal prossimo autunno partirà una campagna per la donazione gratuita, ma non si vede perché i prestanti debbano accontentarsi di una pippa: potrebbero provvedere direttamente. Invece no, almeno ufficialmente, le signore sono di godimento dei rispettivi mariti, e le summenzionate son dedite a loro e a quella società economica che comunque, sia che ne fossero consapevoli, sia che non se ne rendessero conto ( poco probabile ), hanno creato con il matrimonio. Il superamento del tabù culturale avviene nella convinzione che sia rispettata la condizione che le consorti non associno alla gravidanza il piacere, per creare la disposizione per la quale sono disposti a delegare ad altri un compito che a loro, in primis, non interessa, purché possano continuare a scoparsele. Forse verrà il divorzio, ma per ben altri motivi sui quali le coppie si dilanieranno in tribunale. In un periodo di prestazioni sanitarie ridotte, sinceramente l'utilità di queste iniziative del reparto di ginecologia e ostetricia e dell'omonimo dipartimento, mi sfuggono: le gravidanze a pagamento vengono fatte pagare alle famiglie d'accoglienza del seme ignoto, come il milite che viene celebrato in tutto il mondo a cose avvenute, la fecondazione eiaculata nel cosmo attizza le fantasie onanistiche ma non arrapa i frigidi ciurlatori nel manico. Dopo di che, "nulla quaestio" da parte mia, ma solo un'annotazione: questa società si fa sempre più virtuale anche nelle dinamiche procreative, che prima si limitavano alle illusorie proiezioni sui discendenti. Spero solo che in quelle gaudenti, di dinamiche, casomai celate per convenzione riaffermata da parte di tanti cornuti giulivi, la prassi concreta prosegua imperterrita e incontrastata, come sono certo che avviene.

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