domenica 13 settembre 2015

Trofei non retorici.

La Cineteca del Comune di Bologna e la sua scuola di restauro delle pellicole cinematografiche hanno ottenuto il secondo Leone d'oro dalla Mostra del cinema di Venezia. E ' un riconoscimento al lavoro artigianale e culturale di grandissimo pregio di un'istituzione di qualità assoluta fin dal suo sorgere e condotta alla fama meritata dal suo storico Presidente Vittorio Boarini. Io ne intervistai il vice Presidente Franco la Polla, docente di letteratura nord americana all'Università di Bologna, quando collaboravo alle testate giornalistiche come free lance e ne seguo da sempre le numerose iniziative, concentrandomi soprattutto su quelle documentaristiche, di valore particolare e con interviste specifiche delle menti più anticonformistiche del mondo del pensiero. Dallo scorso anno la direzione dell'istituzione cinematografica bolognese è stata attribuita a Marco Bellocchio, ormai anziano ma ancor validissimo cineasta fuori dagli schemi diaristici della cultura popolare e la qualità artistica, non solo tecnica ormai acquisita, è risaltata fin dall'edizione di quest'anno de Il cinema sotto le stelle. La Polla, morto prematuramente da alcuni anni, fu un facondo ed ospitale illustratore della cinematografia statunitense, nei suoi contributi più genuini, accompagnando la dissertazione con costanti riferimenti a quella cultura giovane e ricca di fermenti, se si sapeva cercarli sotto la crosta dell'america ufficale, almeno dell'america ufficiale di quei tempi. Nell'illustrazione dell'attività, ancor giovane, della Cineteca di Bologna, non mancarono mai, appropriatamente, i riferimenti al lavoro del suo Presidente, che resterà un'icona di quel mondo a cui ha conferito, insieme a La Polla una struttura d'eccellenza, riconosciuta in tutto il mondo prossimo alla materia che tratta. Il secondo Leone d'oro è stato attribuito alla Cineteca per il restauro, un'attività di rivisitazione e rivalutazione fedele dell'arte in genere, di Salò o delle 120 giornate di Sodoma di Pier Paolo Pasolini, prima opera della trilogia della morte, dopo la conclusione della trilogia della vita che aveva visto la produzione filmica de Il fiore delle mille e una notte, de I racconti di Canterbury e de Il Decameron. La morte colse il letterato e regista il due Novembre dello stesso anno, il 1975, in cui aveva diretto e concluso il film. All'interno dell'Opera Cineteca di Bologna agisce da decenni la Fondazione Pier Paolo Pasolini che interagisce con il resto dell'istituzione in maniera sincronica e dialettica e la cui prima Presidentessa fu Laura Betti, la sua amica più prossima e costante nell'esperienza romana del regista, insieme ad Alberto Moravia. La Mostra veneziana si è qualificata attraverso il riconoscimento di un lavoro discreto ma significativo ed importante nel panorama, purtroppo troppo spesso underground, della cultura italiana e lo ha fatto nel contesto di una kermesse nella quale il peso specifico della pubblicità e del commercio è " la sua mission", con la coreografia degli atteggiamenti divistici degli strumenti divinizzati della produzione, mentre il messaggio cinematografico si basa invece sulla qualità della fotografia e della direzione artistica degli attori e sulla conservazione e riproposizione delle opere più significative. Le 120giornate di Sodoma restaurate torneranno nelle sale cinematografiche a documentare uno dei tanti momenti in cui la prepotenza e il dolore vengono imposti da presunzioni di dominio, che, nel caso del film sono storiche e politiche, ma che sono presenti in ogni anfratto penoso della vita. Uno dei tanti momenti nel fluire, per sovrapposizioni, della storia nei quali si sgambettano i senza più patria in fuga, si cancella la prospettiva di una vita laboriosa ad intere generazioni, non si curano più i malati, tranne quelli che se lo possono permettere, dopo una certa età. Dove, senza criterio e libertà, i fantasmi dell'abominio e dello sfruttamento riprendono corpo, dopo essere stati a lungo negletti o poco prima di rientrare nel sottofondo della psiche e delle possibilità che si manifestino nuovamente.

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