venerdì 11 settembre 2015

Sciarade concorsuali in concorrenza.

La sciarada dell'accoglienza ai migranti assume ogni ora che passa i contorni di una grossolana speculazione delle grandi potenze sull'asse america del nord ed europa che conta o che aspira a contare per procura in funzione del contenimento tedesco. Mentre i piccoli Paesi erigono barriere, le aprono, fanno attrito e favoriscono il transito veloce di masse di persone in grado di alterare irrecuperabilmente la loro demografia nazionale, i grandi Stati sono passati dalla ripulsa più convinta ad un piano Marshall del ricetto, a condizione che i profughi siano Siriani, che fra di loro si possano scegliere i più qualificati, che tutti gli altri imparino preliminarmente la lingua del paese ospitante e che, senza por tempo in mezzo, acquisiscano capacità lavorative o siano immediatamente integrati nel lavoro di fabbrica se ne sono già in possesso. Tutto questo nella meta più agognata, la Germania intatta nella sua forza industriale e bisognosa di contributi freschi e a basso costo, per incrementare la sua crescita e la sua ricchezza. Gli Inglesi, ad esempio, non possono permettersi una politica analoga, perché dopo il thatcherismo, quella nazione è diventata completamente deindustrializzata - come sta diventando l'Italia - e completamente finanziarizzata secondo il modello speculativo che il capitalismo ha adottato negli ultimi trentacinque anni, per poi ributtarsi, durante gli ultimi dieci, nel colonialismo energetico più inconsulto, provocando la nascita del IS e suscitando le forze centrifughe dell'emigrazione etnica, per altro organizzata da trentamila contrabbandieri di droga e armi che si sono riconvertiti al traffico di persone in cambio di laute parcelle, in grado di assicurargli guadagni superiori ai business menzionati e parzialmente accantonati per dar luogo alla produzione e vendita della merce più redditizia. Nei due terzi della Siria, la guerra civile e quella importata dall'Iraq, l'avanzata di un gruppo di oscurantisti per calcolo, i saccheggi, gli stupri e i rapimenti hanno costretto la popolazioni autoctone a fuggire, ma, per poterlo fare, hanno dovuto assoggettarsi al pagamento di parcelle da turismo a cinque stelle per le barcacce e i tratturi fino al filo spinato o per poter occupare i rimorchi di un TIR. Eppure, fra i profughi, molti Siriani detengono titoli di laurea in materie tecniche e possono essere efficacemente messi alla frusta della produzione qualificata, senza recepimento del loro titolo di studio nell'ordinamento scolastico ed accademico del Paese d'accoglienza e, attraverso questo inserimento lavorativo svalutato, essere immessi e controllati, in posizione subordinata, nel contesto sociale tedesco, dato che i piccoli Paesi si sentono invasi e sono timorosi di questo esodo come di un'occupazione. Come gli Inglesi, anche gli Statunitensi si sono detti disposti ad integrare, secondo competenze, solo diecimila rifugiati Siriani. Il tutto in rapporto all'interesse al controllo di quel Paese, se Assad dovesse cedere alla fine il passo. Per puntellarlo, invece, da oggi ci sono soldati e mezzi corazzati della Russia sul suo territorio, in una riedizione geostrategica delle occupazioni di frontiera nel Donetsk, in Ucraina. Le frontiere, in questo caso, sono remote, ma i Presidenti per delega, da rovesciare o da puntellare, servono ormai interessi esogeni in rapporto ai quali i loro personali hanno perso ogni relazione con la politica nazionale. La separazione degli ambiti di influenza, seppur non più sancita da un patto come quello stretto a Yalta nel dopo guerra, è di nuovo nei fatti. La stampa pseudo specializzata, in realtà megafono del confuso accrocchio del modello capitalistico-finanziario post guerra fredda, ha evocato la terza guerra mondiale, come se la Russia non potesse puntellare le sue basi sotto il confusionario attacco delle potenze legate al marasma finanziario. Il pampa-Papa, pochi mesi or sono, chiese ed ottenne l'appoggio della Russia e personalmente di Putin, per salvaguardare il potere del Presidente siriano Assad, in funzione anti islamista e per tutelare, almeno in quella nazione, le comunità cristiane che sono state artificialmente e violentemente sradicate il Iraq e sul territorio siriano in mano al Califfo. Per altro, lo stesso pampa-Papa ha ripetutamente affermato che la terza guerra mondiale è già in svolgimento, a tappe. Provocare un casus belli dalla legittima cura di assicurarsi un'area di sicurezza e di influenza, rivelerebbe lo spirito imperialistico del capitalismo, che tanto era propagandato dall'Unione sovietica, quando c'erano i blocchi. Era poi la stessa costellazione comunista a portare la guerriglia in giro per il mondo, suscitando spesso la repressione reazionaria degli Stati sotto pressione, attraverso la presa temporanea del potere da parte dei militari. Pare che, anche in questo, stiamo ritornando al recente passato: o c'è un "unum sentire" o la dialettica rimane assicurata solo dall'equivalenza della forza militare.

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