lunedì 14 settembre 2015

Parole rivelatrici.

Se ci fosse bisogno di un attestato della regressione reazionaria apportata dalla finanziarizzazione dell'economia, attraverso la quale il capitalismo speculativo ha ripreso il sopravvento e privato di riferimenti, attraverso l'abolizione della società, le organizzazioni sociali, ecco che le reazioni all'elezione di Corbyn a capo del Labour party sono lì ad attestarlo. Provengono dal fronte conservatore ma anche dall'interno del Labour e parlano di pericolo per la comunità politica ed economica inglese o di un guastatore che ridurrà il Labour, in poco tempo, all'inconsistenza. Il Labour party aveva assunto, con Tony Blair tutti i caratteri della destra più egoista e li aveva ammorbiditi con parole di sviluppo e di progresso che sono andate solo ad incrementare le posizioni dominanti e più ricche. In nome della lotta al terrorismo e della esportazione della democrazia, Blair si accodò alle folli imprese belliche in trasferta dall'altra parte del mondo, di George W. Bush, a tutela delle importazioni della Shell da non lasciare sola rispetto alle altre sei sorelle americane. E' evidente nelle paradossali affermazioni della destra e soprattutto della sinistra inglese la concezione che ha presieduto a tanti colpi di Stato in giro per il mondo, quando venivano compromessi gli interessi internazionali delle Major, impedendo con la forza l'obiezione dei popoli interessati, ridotti in soggezione. Ora si temono ripercussioni sugli interessi endogeni e ricadute sul connubio affari-politica, a destra come a sinistra. Aveva ragione quella serpe traditrice di Margaret Thatcher, quando affermò che il suo maggior successo era stato il blayrismo, cioè la trasformazione opportunistica della sinistra a favore del capitale e della sua possibilità di governare, in barba ai suoi raprresentati. Un fenomeno che si è imposto, per ora, in tutto il mondo post-industriale, eccezion fatta per la Germania che ha invece mantenuto le sue istituzioni economiche, industriali e sindacali e un sistema di connubio corporativo fra le sue forze sociali, che, se rassicura i mercati, inquieta politicamente i suoi partners liberal.

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