mercoledì 23 settembre 2015

Iniziative economiche transcontinentali a puro fine di lucro.

Mi piacerebbe capirci qualcosa di più nelle peripezie di un tarantolato del calcio, del soccer, come Joe Tacopina. Affrancatosi dal Bologna f.c., è atteso per il 22 Ottobre prossimo in laguna, a Venezia. In gondola, vestito da Doge, farebbe la sua figura. L'ho rivisto ieri sera, quando un anno fa sbarcò sotto la curva Andrea Costa, ribatezzata Bulgarelli, per inneggiare, anzi controinneggiare ai tifosi che lo acclamavano. Durante i ben misurati passi sotto la curva poverella e fatiscente, ha a lungo stretto il pugno, ignorando forse che la curva rossoblu è da anni di destra. Il pugno era staticamente, cerimonialmente chiuso, non agitato da bellico fervore, quindi era simbolico. Pare che abbia già parlato per due volte col sindaco di destra Brugnaro e che abbia già fornito garanzie - non depositato - per due milioni di euro, gli stessi che recò nove anni or sono ad Alfredo Cazzola, che se li trattenne quando l'operazione non andò a termine. Poi, un anno or sono riuscì ad imporsi sul concorrente "Segafredo-Zanetti", dopo essere stato temporaneamente esautorato, offrendo alla piccola ma avida cordata di imprenditorucoli bolognesi qualche doblone in più, che si sarebbe ben guardato dallo sborsare personalmente. A Venezia, dove andrà porbabilmente al Casino di Ca' Vendramin Tagliergi e, in estate, al Lido. avrà un indotto artistico e turistico da "valorizzare", ma che cosa ci possa entrare il calcio in tutto questo, ridotto com'è dentro una piattaforma in riva al mare, altrimenti detta Stadio, mi sfugge. Dunque il calcio coniugato alla storia e alle bellezze artistiche è in grado di fare aggio su tutto in una residua città di neanche sessantamila residenti, stretti fra la laguna pullulante di microorganismi e l'inferno viario, industriale e velenoso di Mestre, in tutto un altro centinaio di migliaia di abitanti, poco inclini alla passione pallonara. Che interesse potrebbe rivestire per gli investitori nord americani veicolati - o messi in mezzo - da Tacopina, una squadretta militante nella serie "D", la quarta, la prima dilettantesca? Probailmente si tratterà di una leva per altri investimenti appaltati ai business-men americani, dei quali l'avvocato newyorkese si fa nocchiero e garante, fino a che non lo rimuoveranno, facendolo sciogliere in lacrime, con laute prebende a suo riconoscimento. Mi piacerebbe anche sapere, o meglio capire, che cosa può spingere un sindaco ad assecondare questa colonizzazione impropria del suo territorio - nel caso veneziano - mentre, per quanto attiene a quello bolognese, c'era la chiara prospettiva di un fallimento societario all'orizzonte, in una piazza dove invece il calcio è seguito ed amato. L'unico elemento che si intravede fino ad ora è la veicolazione di capitali tramite il calcio che invade tutti gli schermi televisivi privati, verso nuove e ancora oscure rese, in un Paese sempre più velocemente colonizzato e in ripiegamento. Il primo Paese a conoscere gli investitori statunitensi è stato l'Inghilterra e, insieme a loro, i magnati Russi che, nel caso del siberiano Abramov, hanno anche trasferito la loro cittadinanza, mentre da noi, gli Yankee non sanno neanche parlare l'italiano e neanche si sforzano d'impararlo. Eppure, capitali esorbitanti in fuga dalle loro rigorosissime tasse vengono ad offrirsi a politici da operetta e a imprenditorucoli del calcio nazionale, per operazioni che, spostandosi da poche decine a poche centinaia di chilometri vanno marchiando le nostre società sportivamente più reditizie, come i cowboy facevano con le mandrie recuperate dallo stato brado.

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