domenica 20 settembre 2015

L'invalidità del voto.

Appena la metà o poco più dei Greci è andata a votare. Ha confermato, con il 35% dei voti espressi, Syriza al Governo, ma, pur distanziata di sei punti percentuali, la formazione di destra Nea Democratia è al secondo posto e Alba dorata, un partito rappresentativo della parte più violenta e retriva del proletariato greco, a cominciare da quello in divisa, si è confermata al terza posto. La metà dei Greci che non è andata alle urne appartiene in gran parte a Syriza, ma a quella parte che ha costituito due o tre partitini, condannati dal loro frazionamento a non superare il 3% di sbarramento. E' la più alta percentuale d'astensioni della storia elettorale greca. Ecco che la Troika ha replicato il risultato che si prefigge in tutta europa: relegare in un silenzio rinunciatario le posizioni dissonanti dalle sue imposizioni, come già accade da sempre nella monca democrazia nord americana e, da qualche tempo, nelle componenti minori dell'europa unita solo dalla moneta. Con chi si alleerà adesso Alexis Tsipras? Si sarebbe potuto alleare con i gruppuscoli? Io capisco ed approvo l'astensione della sinistra greca, l'avevo anche caldeggiata alla vigilia. L'esito non cambia né sarebbe cambiato lo scenario e quindi meglio non assecondarlo, intruppandocisi. La ragione del diniego del voto è evidente anche se sarà sottaciuta. Anche in Grecia si profila un compromissorio Governo di centro o di pseudo sinistra se i voti del corrotto Pasok saranno sufficenti e necessari. Tsipras potrà, d'ora in poi, accreditarsi verso il suo 35% del 50% che ha espresso il suo voto, nella prossima rinegoziazione ottobrina dell'incolmabile debito greco, come il saggio e solerte condottiero, nocchiero di una rotta che, per non finire sugli scogli, si spoglia di qualsiasi vestigia di sovranità e di ogni possedimento sul suolo nazionale. Ma il 50% che non ha votato non è costituito da impolitici. Il viaggio periglioso di quest'europa priva di democrazia prosegue senza meta, lungo le rotte della finanza, sotto l'egida umiliante della Germania.

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