lunedì 14 settembre 2015

Raccolta indifferenziata ed integrazione condizionata.

L'avvicinarsi della stagione delle intemperie ha creato fretta ai trafficanti, la fretta si è fatta spasmodica a costo di contemplare delle perdite sul carico. Nell'europa centro-settentrionale l'autunno è meteorologicamente alle porte quando non già in atto. Il mare comincia ad agitarsi e i suoi sommovimenti, uniti all'ansia da risultato dei marinai improvvisati, non fanno altro che provocare ribaltamenti e annegamenti. E' stato così anche negli anni passati, quando si verificavano anche transiti terrestri di un numero sparuto di frontalieri. Ma quest'anno, l'esodo ha preso le dimensioni di un'oceano incontenibile e domani incontrollabile. Non è accettabile la vulgata insinuata per cui così tanta gente si abbandoni ad un viaggio nell'ignoto in condizioni così estreme per un malcelato desiderio di sussistenza gratuita, né che fra di loro viaggino legioni di terroristi. Potenzialmente domani potranno diventarlo, in una percentuale esigua e in questo caso godranno dell'appoggio silente di tanti disgraziati, più integrati o costretti da un affannoso scopo di sopravvivenza familiare, ma, per ora, i terroristi, cellule piccine di un'organizzazione ricca e ben strutturata, non viaggiano così. Non è stato solo l'effetto delle guerre inconsulte e petrolifere di Bush e di quella portata dalla Francia in Libia; una simile diaspora di massa non si sarebbe verificata se subito dopo l'abbandono del campo, non si fossero formate bande e poi eserciti di banditi, finanziati, addestrati dai ricchissimi Stati del golfo, teocratici e non, che, a differenza dei dittatori che se la giocavano sulla sponda sovietica, quando c'era, sono stretti alleati, ma solo sul piano commerciale, degli Stati consumatori, ragione per la quale non possono esere né smascherati, né attaccati. Queste brancaleoniche milizie si sono portate in una vasta terra di nessuno, ne hanno espropriato gli abitanti, ne hanno rapito le donne, i bambini, per farne l'uso che i Romani, le loro soldataglie facevano lungo il percorso delle "focariae o hospitae", quando quelle che si portavno da casa, a loro volta prede di guerra, morivano di stenti. Così facendo la bande barbariche che distruggono, in nome dell'iconoclastia islamica, tutti i retaggi delle civiltà allogene, hanno estirpato, dopo secoli, le tracce delle antiche comunità cristiane di quelle terre, che si erano conservate proprio in virtù della loro particolarità in quel mare islamico. E qui sorge un altro rimosso problema per una compagine politica mondiale ignorante e prona solo agli interessi immediati di coloro che li hanno veicolati e li mantengono al potere esclusivamente a queste condizioni: le genie umane sono intimamente, culturalmente diverse, portano con sé nella dispora elementi di specificità e di inconciliabilità che non possono essere rimossi dal bieco manducare, condizione prima del vivere, che, una volta soddisfatta, ci rigetta negli ardori identitari. Pensare di superare questi ostacoli, con il principio liberale e illuminista della tolleranza, nei confronti di persone profondamente animate da uno spirito religioso e umiliate dalla condizione che troveranno per se "in partibus infidelium" è rimozione stolida, renziana, ma non solo, della realtà, di cui si demanda la "regolamentazione", al ghetto ed alla repressione poliziesca, di una polizia - o carabinieri che fossero - del genere in cui incappò il povero Cucchi. Per questo il contenitore deve essere adeguato al contenuto, a meno che non si voglia confinare il marasma umano nei soliti acquartieramenti-pattumiera, così ben descritti da Eugene Jonesco nel suo teatro dell'assurdo.

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