mercoledì 16 settembre 2015

Istruttorie di massa.

Il muro eretto in Ungheria, il cui superamento ha dato luogo ad internamenti di migliaia di profughi, a denunce e a processi spicci, a incarcerazioni che dividono le famiglie e sparpagliano i membri della comunità in viaggio, ha già provocato una deviazione verso la frontiera croata. Le autorità di quest'ultimo Paese si sono per ora poste in termini di accoglienza condizionata verso le popolazioni in transito: dato che nessuno vuole fermarsi in Croazia, a ciascuno sarà consentito di uscire dai confini appena varcati per proseguire verso le mete desiderate. Anzi, le autorità croate li aiuteranno a perseguire il loro scopo, almeno fino al limitare dei propri confini. Così si calpesta e si mette in ridicolo il diritto, si sposta il problema che non si accetterebbe di assumersi se diventasse stanziale, si gioca a scacchi, o meglio a dama, con popolazioni senza tutela come la comunità musulmana, citata dal Papa, che dopo essere stata rifocillata ad ogni approdo, viene rimessa in mare dagli stessi porti nei quali sono approdati e che sono diventati la meta alimentare di gente senza prospettive e nessuna speranza, condannati fino all'estinzione a girovagare, in qualsiasi condizione climatica, in mare aperto. I migranti, usati come le bocce di un biliardo, sostanzialmente rifiutati da tutti e da ciascuno, il giorno dopo aver aperto il cuore e i confini, vengono stemperati, lavorati ai fianchi, sfiniti, in una centrifugazione propedeutica all' allentamento ed alla perdita dell'identità. Oggi ci sono stati scontri fra gli aguzzini e alcuni gruppi in transito, che mi hanno ricordato l'azione dei black bloc a tutte le manifestazioni più numerose e significative in ogni parte del mondo. Con la differenza che questi guastatori non hanno una nazionalità a cui riferirsi, ma interpretano transnazionalmente il contrasto testimoniale al capitalismo globale. mentre le popolazioni in fuga ne sono uno degli effetti, l'ultimo dei quali sarà - forse - la perdita delle loro nazionalità, e la mimetizzazione pericolosa, ma non per loro causa, delle culture antropologiche che si infiltreranno rancorose, in un'europa sempre più imbelle e in crisi. L'istruttoria di massa ungherese assomiglia troppo alle pratiche giudiziarie indiscriminate contro le categorie e le classe sociali, non ancora omogeneizzate nel comunismo, che si opponevano alla loro espropriazione e relegazione nell'indistinzione.

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