martedì 15 settembre 2015

Le diverse modalità dell'esclusione.

I quotidiani voltafaccia dell'europa che conta sulla questione dei migranti preludono ad un'azione violenta contro gli scafisti e, per collateralità, contro il trasportato, mentre le mafie etniche , da decenni radicate nei territori nazionali, continueranno ad arricchirsi e a farla da padrone dei destini di questi sradicati, a causa di guerre inconsulte, di reazione, negli ultimi anni. L'alto Commissario europeo - verrebbe da ridere se non ci fosse da piangere - l'italiana Mogherini caldeggia un intervento militare quando già i motori dei caccia bombardieri sono avviati: attenta, domani potrebbero cambiare idea. Probabilmente non avverrà, perché le decisioni di fondo sono già state prese da tempo e vengono messe in atto sotto il cappello dell'ONU. Intanto i profughi si affollano, la Chiesa si divide, i paesi di nessuna consistenza nello scacchiere internazionale si chiudono a riccio, proprio quei Paesi che hanno fatto dell'emigrazione, palese e clandestina, il loro volano di finanziamento, attraverso le rimesse dei loro fuoriusciti. Figli e soprattutto nipoti, data la precocità matrimoniale delle popolazioni slave, studiano a spese delle nonne emigrate, mentre di norma gli ex mariti vivono di vodka e sussistenza. La Chiesa della Accademie teologiche, la Chiesa colta di Ratzinger, ma anche di Caffarra e di altri, ha segnato nettamente e senza paura la sua cesura dal pontificato di Francesco I, con espressioni derisorie della utopia bergogliana. Io dubito che si tratti, tramite quest'ultimo, di un ritorno dell'utopia ai vertici della Chiesa, quanto piuttosto di una diatriba fra le aristocrazie ecclesiastiche europee e parte - solo una parte - dell'episcopato terzomondista. Si vanno, per ora confusamente, delineando gli schieramenti. Quanto precede l'ho scritto ieri per pubblicarlo oggi, quando è giunta la notizia dei 3.980 arresti operati dall'Ungheria e di alcune decine messe in atto dalla Serbia. Se la Serbia non deve essere accolta nell'Unione europea, l'Ungheria deve esserne immediatamente espulsa. La sua politica di concentrazione degli esuli in campi appositi, agli arresti, per procedere successivamente all'espulsione, al di là di ogni similitudine storica, è un atto inumano e illegale, che ricorda molto da vicino l'esperienza dei C.I.E., nei quali sono stati reclusi, per essere cacciati via, tanti disgraziati, casomai tollerati per anni. Alla luce di queste brutalità, sposo, se non altro per contrappasso, le tesi di Papa Francesco, la cui invocazione perde il carattere dell'utopia e assume quello della necessaria solidarietà. Non sa far altro la comunità civile che relegare i bisognosi? Anche la Romania ha annunciato l'edificazione di un muro. Chi si vuole tutelare dal passaggio, non certo dalla permanenza, di masse di disperati, i cui bambini, percossi e sgambettati, piangono "per due ore", come ha testimoniato il papà colpito mentre fuggiva con il figlio in braccio, per farlo arrestare dall'esercito ungherese schierato sul confine? Sarebbe forse accaduto lo stesso, ma l'incipit lo ha dato ieri la Germania egemone in Europa, ripristinando le barriere all'ingresso sul suo territorio, spalancate solo quarantott'ore prima. Quando non si riesce a contenere, contrastare o sfruttare un fenomeno, lo si chiude in una struttura concentrazionaria. E' l'abdicazione dell'umanità e, con essa, della civiltà che si dice di voler difendere. Anche i confini della logica sono stati contraddetti da comodi miserabili al potere.

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