martedì 22 settembre 2015

Leggende.

Si paventa l'invasione e la futura dominanza islamica in europa, mentre si consumano gli adattamenti antidemocratici per il rafforzamento del fortino continentale che si oppone contemporaneamente al capitalismo globale, pur cercando di intercettarne gli aspetti e le occasioni più lucrose e alla piattaforma continentale russa che ha saputo rialzarsi della decadenza dissolutoria nella quale l'aveva gettata l'acritica infatuazione capitalistica dei catenacci ubriaconi della ex gerarchia sovietica. Il fantasma di un potere conseguito solo sulla base del numero dagli immigrati sui nostri territori, per farsi sfruttare per un progetto di accumulazione finanziaria che li contempla solo come strumenti e li esclude da ogni possibile arricchimento, serve a schermare e mascherare l'opera di dissoluzione dei canoni più evoluti del pensiero e delle istituzioni democratiche, che si consuma con monotona ripetitività in ogni società, governo e parlamento dell'europa indebitata con la Germania, che esprime e difende, per i suoi interessi, l'euro. Così, masse informi di diseredati, icona degli effetti, non solo delle guerre, ma dell'opera disgregatrice e dispersiva dell'imperialismo economico nelle nuove forme sfuggenti, caotiche e indeterminate, diventano barbari invasori di civiltà, da molti decenni in preda ad una crisi da benessere o da prospettive di benessere, anche per le classi subordinate di quelle società medesime. L'accantonamento del dibattito democratico, del confronto delle tesi, le semplificazioni pubblicitarie e produttivistiche, sono la tabe di questi tempi, non i migranti che affollano con le loro masserizie, con le loro carrozzine, i mezzi pubblici e i marciapiedi urbani. La demonizzazione dello straniero, dell'estraneo è il facile viatico del consenso presso le plebi che "scoprono" di doversi difendere da altri se stessi, in condizione di alterità e, quindi, di inferiorità, confermando così e rafforzando la propria timorosa subordinazione.

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