martedì 3 febbraio 2015

Risultati preconcordati.

L'Italia ritorna alla prima repubblica, con una D.C. saldamente al potere: un monocolore istituzionale, dalla presidenza del consiglio dei ministri alla presidenza della repubblica. La controriforma italiana si è consumata. In questi frangenti, si è consumata sul versante conservatore e, se sarà necessario, reazionario. La pseudo sinistra, come efficacemente sentenziò Gianni Agnelli alla fiera del gusto di Torino, è la più adatta a far digerire qualunque cosa ai sindacati ( che allora contavano ) ed al popolo bove che in gran parte rappresentano. Se Sergio Mattarella è il volto rasserenante del buon nonno, Matteo Renzie è il capo di gang rionale, cooptato, per suffragio indiscriminato ma non ufficiale, ad occuparsi di cose che non padroneggia, ma di cui garantisce l'attuazione. In tutto questo, la sinistra vera è relegata ai margini, nella stessa situazione in cui si trovò dopo il piano Marshall e adesso, dopo l'introduzione forzosa del marco sotto le mentite spoglie dell'euro. E' tornato il tempo di riconoscersi nella medietà rispetto ad ogni evento e ad ogni vicenda storica; basterebbero, in questo senso le parole di Matteo Renzie nel ricevere Alexis Tsipras: siamo quà per dargli una mano, non per dargli ragione. Il Capo dello Stato è un uomo di grande delicatezza d'animo; ricorda che nell'attacco alla Sinagoga di Roma fu ucciso un bambino di due anni, cita il pampa-Papa, spende parole per le famiglie bisognose, lamenta le ingiustizie, rimanda ad un'altra vita la loro soluzione, vuole essere buon arbitro di una partita corretta: uno zero a zero annunciato.

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