mercoledì 25 febbraio 2015

Nulla si crea e nulla si distrugge.

Il renzismo è una degenerazione morfologica del sistema clientelare che ha dominato la vita pubblica e gli interessi privati durante tutta la prima Repubblica e morto di autocorrompimento, ma solo dopo la fine dell'antagonismo comunista, quando questa opzione ha smesso di far paura ai conservatori, cangianti nei reazionari di casa nostra. Dopo vent'anni nei quali la consociativa sinistra prodiana dell'Ulivo ha dovuto caratterizzarsi, sia pur sbiaditamente, come avversaria apparente della destra berlusconiana ( non ha mai messo in discussione il suo potere mediatico, servendosene per sostentare la sua debolezza e contraddittorietà ), è toccato ai nominati del Presidente della Repubblica mettere in mora, attraverso un colpo di Stato bianco, la democrazia rappresentativa, valendosi della bulimia di un altro democristiano, stupido ed ignorante. E' più che mai il loro momento - degli stupidi e degli ignoranti - gemmazione degli uomini d'affari, spesso aggressivi e grossolani energumeni. Lo Stato si vende - non è certo la prima volta nella storia unitaria e pre unitaria - ma si appalta ad investitori ignoti, verso i quali non possono mancare gli interessi personali dei manutengoli, che, così facendo, riesumano i riti appropriativi e delinquenziali della prima Repubblica. Insomma, nascita, morte e resurrezione di una medesima sostanza.

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