martedì 10 febbraio 2015

Dei fantasmi e degli altri mostri. L'esistenzialismo di ritorno.

C'è in giro una confusione mentale evidente, non tanto nelle determinazioni comportamentali che si attorcigliano in un gretto egoismo, quanto nella (ir)razionalità dei comportamenti, dei pensieri e nella capacità di inquadrare (s)correttamente lo scenario di riferimento. La produzione giornalistica è un affastellamento di incongruità ed un riporto di bugie, tanto reiterate da essere in buona parte prevedibili. La produzione letteraria divaga nella visionarietà, la saggistica propone riletture di temi contemporanei, ma già diffusamente e variabilmente trattati nei decenni trascorsi. Nella psiche degli europei e degli altri occidentali che vanno a combattere, previa conversione, nelle file degli islamisti, sono da annoverare ogni sorta di alienati mentali, esclusi dalle rispetive società di appartenenza. Sulla loro follia volano le bugie dei banditi che li arruolano e - fenomeno storico costante - le teorizzazioni finanziate di pigri emiri del pensiero, secondo una simbologia che adatta nello specifico gli stereotipi universali. I quartieri a luci rosse nella Capitale ci sono sempre stati: a ponte Milvio, ampie sterrate erano occupate da etére e travestiti, da ridanciani clienti in comitiva e da sperdute pattuglie della polizia che facevano i controlli fra una trattativa e l'altra, senza che i compratori e i venditori cessassero di esercitare la loro extraterritorialità. Il povero Marino dovrebbe tornare in sala operatoria, dove sarebbe più utile. Alexis Tsipras chiederà i danni di guerra alla Germania per compensare il suo debito con l'Europa, cioè con la Germania riunificata. La risposta è stata uno sberleffo, nonostante che ogni anno, il 27 Gennaio, la Merkel rinnovi il mea culpa dei tedeschi. E' un mea culpa commemorativo, un officio senza conseguenze. Quella fase storica - anche se i suoi protagonisti, o meglio la loro cultura non ufficiale sottostante, non sono cambiati: si sono solo riprodotti. Potrebbe chiedere all'indebitatissima Italia lo stesso risarcimento, ma noi non siamo riusciti a spezzarle le reni e, anche questa volta, l'abbiamo fatta franca. Ogni giorno, ogni ora, ogni attimo, l'ideologia aziendale ottunde i cuori e le coscienze, riempie le voragini culturali, ruba tempo e spazio alla ricreazione o all'acculturamento critico e autentico. La bulimia affabulatoria non dà scampo agli sparutissimi destinatari, omologati, resi identici, privati del libero arbitrio, secondo un controllo delle coscienze che fu della Chiesa durante i secoli bui, prima che le sette massoniche si mettessero a influenzare e condizionare le deboli menti della borghesia, ancor povera ma semiacculturata, desiderosa, in sogno, di crescita. La sinistra storica e tradizionale è finita; il sindacalismo che ne è stato emanazione, anche. Sopravvivranno i sindacati filo-padronali e l'umile e rassegnato - che è lo stesso - gregge cattolico. Il lavoro stesso, intendendo per tale quello generico e intercambiabile, oggi anche "sul pezzo" è di fatto finito e, fra non molto, anche di diritto, bypassato dalla tecnologia. Paolo VI fu il primo pontefice itinerante e fu il primo a subire un attentato, in quel di Manila dove la coltellata che stava per raggiungerlo fu deviata dal suo segretario Mons. macchi o da Monsignor Marcunkus, poi capo dello I.O.R.. Toccò poi a Giovanni Paolo II e a Benedeto XVI, a Londra, secondo la vulgata della polizia. Ebbene, anche Francesco I, sempre a Manila, sarebbe dovuto saltare in aria per mano di una manipolo di islamisti, il cui capo è stato ucciso qualche settimana dopo, ma si è portato nella tomba quarantaquattro membri dei corpi speciali e alcuni dei suoi miliziani. Francesco ha taciuto, ma la fede missionaria provoca e provocherà tentativi di omicidio politico i cui moventi profondi saranno rimossi e che, comunque, non rimuoveranno l'ecumenismo mondialista dei Papi, di destra e di sinistra. Stanno per essere editi, in Germania, i Quaderni neri di Martin Heidegger, un esempio coinvolgente e perturbante dell'influenza che l'ideologia può esercitare sulle menti, colte ed incolte. Il grande filosofo, forse l'ultimo dei filosofi influenti, supportò con dottrina allucinatoria ed anticipazioni sull'egemonia della tecnica, l'ideologia del salvataggio della civiltà europea contro i negatori dell'Essere, che lui identificò, con rigida consequenzialità, con gli Ebrei. Fra le sue numerose amanti, anche l'ebrea Annah Harendt, dialetticamente assai poco tenera con i suoi correligionari, o meglio connazionali della diaspora, accusandoli di connivenza e ingenua fiducia verso i burocrati dello sterminio, lei che fu temporanea compagna di un nazista, ma che restò ininfluenzabile sul piano interpretativo degli eventi, del comportamento del suo popolo e delle "motivazioni" dei suoi aguzzini, affidate alla bolsa esecuzione di grigi e banali esecutori. Oggi, comunque, una buona notizia: La cancelliera del quarto Reich, ha opposto al Re Tentenna nero degli Stati Uniti un netto rifiuto a riarmare l'Ucraina con armi europee. L'Italia si è accodata pur esprimendo comprensione per l'opposta intenzione dell'alleato americano. Siamo alle solite. Ma la posizione politica della Germania, che pur briga con l'attuale Governo ucarino, è importante: gli Stati Uniti, che hanno esportato la crisi finanziaria, non si curano del teatro bellico europeo che si aprirebbe. Meglio che l'Europa torni a differenziarsi in continente centro-occidentale, continente oriental-asiatico e Gran Bretagna, ormai ancella degli Stati Uniti e che nessuno debba morire per Kiev, tranne quei poverissimi diavoli che saranno chiamati a difendere gli interessi militari e politici di un occidente che, per altro, "non li ha neanche in nota", sullo sfondo di una divisione di sicurezza, come quella che caratterizzò la Germania di Bonn e la D.D.R.

Nessun commento:

Posta un commento

Sono graditi i tuoi commenti