giovedì 5 febbraio 2015

L'Italia che non cambia.

Come volevasi dimostrare, Syriza è già stata abbandonata da Renzie dopo le ambigue affermazioni di ieri: ha provveduto la BCE a rimetterlo in riga. I Greci sono scesi in piazza a sostegno del loro neo eletto, il ministro delle finanze non mostra timidezze nel confermare le sue analisi, fondate sul fatto incontrovertibile che il debito greco - e quello italiano - sono insanabili. Ecco che la Grecia, a differenza dell'Italia, viene privata di qualsiasi forma di finanziamento, nel tentativo di far implodere quel micro sistema, del quale in un recente passato, non si sono dosprezzati i titoli, facendone indigestione. Ma una vita all'insegna della schiavità da debito, come quella delle ragazze nigeriane le cui famiglie sono debitrici in patria e che si prostituiscono a tassi crescenti, in maniera da fornire una rendita costante agli sfruttatori, una rendita interminabile, forse la eviteranno. non sarà una salvezza indolore, ma forse sarà una salvezza. L'italia si accoda a chi è più forte, anche a costo di rinnegare la sua storia recente, già obsoleta ed impraticabile nelle condizioni che si sono date con la caduta del muro di Berlino. Da noi, come in ogni altro Paese dell'Europa minore, l'azzeramento quasi ultimato dei finanziamenti al welfare, ha coinciso con una ripresa in grande stile di quelli militari, in maniera da poter affiancare le potenze egemoni sullo scenario energetico internazionale, in posizione vicaria e strumentale. Sul fronte mediorientale all'uccisione con ilfuoco di un bombardatore arabo del IS, è seguita la ritorsiva impiccagione di una irachena e di un suo compagno, detenuti da cinque anni; la Giordania, già protagonista di "settembre nero", vuole adesso crocifiggere, in senso materiale, le milizie liberate dalla guerra di George W. Bush, dimostrando di temerne localmente l'espansione, ma divaricando ancora di più la sensibilità popolare dalla realpolitik. In Spagna, quest'anno si voterà: Podemos è per ora in testa nei sondaggi. L'Italia non è messa diversamente, ma la sinistra italiana è scomparsa da tempo ( quella che c'è è comunque compromessa ed inavvicinabile, tanto che sarebbe auspicabile una ormai improbabile resurrezione del cavaliere disarcionato ) ed è stata definitivamente seppellita con l'elezione di Sergio Mattarella alla presidenza della Repubblica. Ora, a destra abbiamo un ministro di polizia democristiano, a capo del Governo un altro democristiano di centro, segretario di un sedicente Partito democratico, mentre, a sinistra, in un ruolo arbitrale, c'è un recuperato dal museo moroteo, il cui fondatore riposa da decenni all'ombra dell'oblio, per mano degli ultimi epigoni dei partigiani che paventavano quanto per altre vie, irriducibili a quegli schemi, è avvenuto e con il beneplacito implicito e passivo (?) della destra nord americana e di Henry Kissinger - che lo detestava - in particolare. Ma l'italia, bisogna dirlo, rimane sempre uguale a se stessa. La destra italiana si ricompatta sotto un ecumenico e, per ora, diviso in settori trittico cattolico, mentre il pampa-Papa predica ai lupi e alle rondini, in attesa di ricondurre tutto sotto un'uniforme cappa di conformismo e delegando a qualche deriso portavoce di gridare nel deserto le ragioni che saranno ben felici di lasciargli.

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