sabato 21 febbraio 2015

La "duttillità" del granito.

Tsipras, in Grecia, dichiara la fine dell'austerità, la stampa "europeista" di tutto il mondo sottolinea invece che, a fronte di una proroga ridotta, rispetto alle richieste, la Grecia dovrà operare in stretta conformità con le direttive della Troika. E' chiaro che, fra quattro o sei mesi, la situazione non potrà essere mutata e si ricomincerà daccapo con le interpretazioni. Siamo cioè nell'ambito della filosofica adattabilità della lingua greca - almeno di quella antica - che nel contesto della regione della Jonia serviva soprattutto a favorire gli scambi commerciali, adattandone i contratti alle diverse esigenze dei popoli circonvicini e, per corollario, a creare le condizioni, anche culturali, di una democrazia di cui fu la prima esemplare formulazione. Pensare, da parte dei generosi di Syriza, di ripetere qull'articolazione duttile con i rigidissimi tedeschi che conoscono la loro cultura e la loro lingua molto meglio di loro ( e anche di noi latini ) senza farsene influenzare per un "acca", è spirito di disperazione e, forse, di inganno verso i propri compatrioti che li hanno eletti, ma che non potranno ingannarsi nella loro realtà quotidiana. La contesa è fra necessità popolari e interessi della finanza, fra ricchezza e povertà. Questa "semplificazione" restituisce il dibattito ai suoi termini veri e ogni procrastinazione servirà a scegliere fra la peste e il colera, eventualmente da magnificare come la miglior scelta per chi ne sarà affetto.

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