sabato 21 febbraio 2015

Di' ban so, fantasma.

Così diceva dallla platea di un popolare teatro di Borga Panigale-Santa Viola, allora in provincia di Bologna, rivolgendosi ad un mago-incantatore sul palco. Il seguito non è decente e non so trascriverlo in dialetto. Eravamo all'inizio del secolo scorso e il rivoluzionario russo Michail Aleksandrovic Bakunin si trovava proprio a Santa Viola ( leggasi Il diavolo a Pontelungo di Riccardo Bacchelli ) dove c'erano alcune sezioni anarchiche, a monitorare lo stato della sua variante concorrenziale al bolscevismo patrio. Nelle famiglie e soprattutto fra le donne si era diffusa la convinzione, alimentata dai parroci - che il visitatore arcano fosse un emissario delle tenebre e, come al solito ma con minor moralismo verso la tutela dell'ignoranza, alcuni buontemponi avevano preso ad "apparire" nelle sere mal illuminate, spaventando appunto le donne. Il mago che si esibiva evocava sul palcoscenico le spettrali influenze che sapeva diffuse fra parte degli astanti, ma non aveva tenuto conto della probabile presenza di qualche ruvido e poco spaventevole figuro, in grado di metterlo in imbarazzo sul palco e liberare gli astanti dalla suggestione timorosa, facendoli sciogliere nel dileggio dell'impostore. Al mondo non cambia mai niente dall'homo sapiens, ma vengono riaggiornate sempre le stesse gags, la stessa propaganda, le stesse panzane. Il sistema informatizzato di comunicazione ha reso l'influenza gerarchica - per chi la riconosce o la soffre - e intraziendale, tanto pervasiva e molesta quanto lo è nei regimi. Ignoti ed estremisti acronomizzati, certamente con metodo, lanciano "peana" periodoci ed apparentemente, da quella e quell'altra fonte, inconsueti. I loro predecessori invece vagavano per le trincee mobili, su territori ampi, talvolta ampliati in corso d'opera. Sono il risultato della selezione aziendale, a volte sono una "nuova razza" di esecutori senza cervello o coscienza o libero arbitrio che sono tutti la stessa cosa. Al C.N.R., in pochi anni, il bidello è diventato direttore dell'Area progetti e, in quella veste, ha pilotato i finanziamenti ai progetti..che neppure esistevano. Un altro esempio, tutt'altro che clamoroso, dei criteri di selezione negli Enti e nelle aziende: la conformità ai protocolli, la sudditanza al potere, l'utile alla titolarità o alla proprietà. La falsa laurea vantata era solo il viatico per accedere ai "ruoli", poi il furbo truffatore si è spianato la strada da sé, assecondando, ulteriormente, tradendo, "interpretando", ripetendo, calandosi nell'ambiente, nel ruolo ambientale. E nessuno che gli abbia detto, a lui, ma soprattutto ai suoi sponsors. "di' bon so, fantasma..."

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