domenica 15 febbraio 2015

Le semplificazioni impossibili.

Alle cronache finanziarie, alla crisi ciclica del capitalismo, al dibattito underground sui movimenti sociali di base, dato che i sindacati sposano ancora le vicende economiche nazionali, anche se sono svuotate di contenuti e di lavoro, alle scontate rivelazioni sugli evasori fiscali internazionali si affiancano cronache di guerra, dapprima snobbate perché a distanza di sicurezza, ora temute perché a portata di missile e di gommone. Che c'è di originale? Assolutamente nulla, compreso l'innesco che è venuto dalle sconsiderate facilitazioni al flusso incontrollato di denaro e di risorse che hanno rimesso in gioco civiltà arcaiche, arcane e ripegate su se stesse, sotto il tallone di tribali dittature. Sono ancora ideologicamente ripiegate su stesse, ma la propaganda degli Imam e il senso di frustrazione indigeno e della diaspora migratoria, ha riattivato le truppe camellate sugli aridi scenari desertici e gli sherpa in giro per il mondo. Per vicinanza geografica e una revanche di cointeressenze neo-coloniali, dopo l'America, che ha reagito con il povero cervello di George W. Bush, sotto tiro si trova l'Europa. Cinquecento chilometri di distanza dal Califfato, che dispone di missili balistici, comperati sul mercato opaco internazionale, la probabile immissione di "agenti coperti" o estremisti kamikaze in mezzo ai migranti, la rete consolidata di famiglie stabili da generazioni sul continente e nelle isole britanniche, potrebbe dar luogo ad una lunga guerriglia o guerra vera e propria, con tutti i compromessi diplomatici del caso che, se etichettano per il pubblico i guerrieri di Allah come una banda cenciosa di "terroristi", sanno invece perfettamente che costoro sono, per lo stesso diritto internazionale, dei combattenti non riconosciuti dagli altri Stati me che potrebbero diventarlo se la loro azione avesse totale o parziale successo. Alla situazione di fatto seguirebbe la istituzionalizzazione. Quindi, per il diritto e non per gli addetti alla propaganda, sono dei combattenti. Lo erano anche i brigatisti rossi, come vanamente ricordava nella sue lettere il giurista Aldo Moro. Sono stati dei combattenti sconfitti. Come andrà a finire con gli unici oppositori veri di un mondo inficiato da un superficiale riferimento e consenso ad un successo elitario, propagandato e assunto come un tossico diffuso nell'atmosfera, non è dato sapere, anche se la propaganda ne anticiperà trionfalisticamente gli esiti. Non sarà comunque un processo breve e intersecherà, nell'inavvertenza dei più, vicende prossime e lontane. L'economia capitalistica e l'ideologia borghese non hanno emarginato la religione e il suo spirito ora consolatorio, ora incoraggiante e il potere politico e delle moschee non è ancora stato incrinato o corrotto come un metallo usurato dall'informazione da rotocalco con le sue proposizioni-imposizioni di status per chiunque. L'alleanza con satrapi viziosi è molto più pericolosa di quella con dittatori, loro malgrado, laici.

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