sabato 14 febbraio 2015

Pallori.

Le privatizzazioni sono in corso da vent'anni e forse di più. Il fenomeno del superamento della corrotta economia semipubblica, sulla quale si erano incistati i parassitismi dei partiti storici della politica nazionale, ha i freni guasti e non è in grado di sopportare i costi dell'officina. Sta di fatto che non finiscono più: si aggiornano continuamente, sempre uguali. Fusioni e tagli, oppure tagli e basta, in settori che avrebbero già dovuto produrre gli utili attesi, da anni ed anni. Sta di fatto, anche, che gli utili attesi, seppur realizzati, non bastano mai agli avidi e passivi azionisti, mentre gran parte delle imprese "sottratte ai gravami dell'assistenzialismo sociale", sono naufragate sotto l'urto della speculazione diretta e triangolare, degli errori manageriali, della finanza creativa e truffaldina e del rattrappirsi del reddito disponibile che ha tarpato le ali ai vantati "destini eterni e progressivi". La ricchezza si è consolidata, non ancora definitivamente, ma le metodiche si intensificano, in poche e tradizionali mani, in ristretti forzieri che con la creazione di ricchezza in funzione del lavoro non hanno più nulla a che fare. Prossimamente altre cinquecento agenzie postali saranno chiuse, quattrocento sportelli del dissestato Monte dei Paschi di Siena, immolato sull'altare della "fusione" fra i DS e i Margheritini. Per le banche - dato che MPS non sarà l'unica - sarà l'ennesima edizione del trituramento del personale, della sua alienazione verso sportelli familiari che cercano un'espansione subito contraddetta dalle difficoltà di mercato che hanno indotto le amputazioni. Le Poste hanno già dato luogo a tre esodi incentivati, le Ferrovie altrettanto, quelli delle banche non si contano più, mentre le risorse per tutti i settori si sono esaurite, la previdenza è diventata epigona di Matusalemme, gli esodati smettono di percepire l'indennizzo dieci mesi prima della nuova età canonica. Il peso dei contributi, nel frattempo, si è alleggerito, per cui, a parità di periodi versati, la pensione si sta facendo ancor più snella. Nelle AUSL sono stati costituiti dei comitati di "esperti" che monitorano l'attività dei medici e ne constestano l'attività diagnostica per indurli a limitarla contestualmente ai costi. Non siamo ancora arrivati alla sospensione delle cure per i malati terminali, ma siamo sulla stessa strada. Gli errori nella diagnosi delle patologie si fanno però sempre più probabili e restitusicono il medico al retorico arcangelo del corpo che diagnosticava dal colorito della pelle e guardandoti negli occhi.

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