domenica 15 febbraio 2015

La guerra salica.

E' finita, in dieci ore, come a Parigi. Attacco portato, muovendosi con un'auto di piccola cilindrata, fra il caffé conferenziante e la Sinagoga della capitale danese, a quanto si sostiene, da un solo uomo, un giovane. Metal detector nell'uno, ad impedire l'ingresso, un guardiano al Tempio, che è stato ucciso, ma ha ritardato l'azione. Comunque la si voglia rigirare, è guerra, condotta da singoli ( per ora ) uomini armati in territorio "nemico", quello stesso territorio che li ha accolti - in Danimarca selettivamente, in rapporto alla dimensione del paese - ma nel quale non si sono mai sentiti - né potrebbero - integrati. Eppure, il nordico Paese scandinavo, nonostante le sue ridotte dimensioni, non coltiva pregiudizi verso nessuno. Lta socialdemocrazia plurigenerazionale ha perfettamente adattato, al meglio, etnie e colori in contrasto, finché non le si sono proposti i basamenti e i prodromi della sua impeccabile tolleranza verso tutti i credi e nessun credo, che gli immigrati non "sospettavano" nell'assenza di contrasti e di "dibattiti" su costumi e culture che li potessero coinvolgere. Erano e sono liberi, nell'agnosticismo di Stato e lo sono proprio per questo. Così, godendo - a differenza di quanto avviene nelle società mediterranee e in Italia in particolare - della neutralità degli indigeni verso i loro costumi intimi, mascherati, alla superficie, dagli uniformanti abiti "casual" e potendo derogare ai precetti della loro religione, in termini di promiscuità ed alcoolici, si sono improvvisamente sentiti chiamare alle armi, dal mai sopito e totalitario sentimento religioso, certamente in presenza ed in costanza di eventi bellici e di interferenze economiche che erano state tenute sotto tutela nei decenni precedenti. E' evidente che la Jihād - che vuol dire esercitare il massimo sforzo - è strumentale ad interessi economici, ma anche gli occidentali hanno ritenuto di trattarli come facevano all'epoca degli Imperi pre e coloniali fra di loro, sulla base di una comune cultura, anche bellica. Come a Parigi, la vendetta è stata "esemplare", ma non servirà proprio a nulla, se non a consolidare la tendenza kamikaze al "martirio", così in uso contro Israele in Medio Oriente, la Sion terrena che gli islamisti ogni volta cercano di colpire, con il consenso tacito delle famiglie dei correligionari emigrati.

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