giovedì 5 febbraio 2015

Lo sdegno del mondo..libero.

Il blogger Ahmed Douma che, in Egitto, si ostinava a criticare i militari golpisti dopo le prime elezioni libere nel suo Paese, è stato condannato all'ergastolo dal regime del Generale-Presidente. Insieme a lui altri duecentotrenta manifestanti identificati, nel 2011, fra gli oppositori di Mubarak, " il nostro piccolo figlio di puttana" degli americani, oggi di nuovo libero. Trentanove minorenni sono stati condannati a dieci anni di reclusione. I vessilliferi della tradizione in patria e degli interessi dell'occidente e degli americani in particolare, hanno chiuso la bocca a una voce, perché isolata, in un contesto arretrato e repressivo. Nessuno se ne è risentito. Me ne risento io e tanti altri piccoli blogger, come lui, voce diffusa ma flebile della libertà. Ahmed Douma e i suoi compagni di sventura - cercata dirà qualcuno, rimuovendo che, senza questi "utopisti" non ci sarebbe stata evoluzione al mondo - non sono ancora stati spenti: il blogger ha applaudito il presidente della corte che gli ha comminato sull'unghia altri tre anni ( oltre l'ergastolo, la contabilità giudiziaria è ridondante! ). Cercheranno di distruggerli in carcere. L'espressione chiarissima di un popolo non ha trovato compatibilità con gli interessi estranei delle potenze, militari ed economiche, accerchianti. Forse Putin ha le sue ragioni nel voler allontanarsene attraverso le sue repubblichette cuscinetto, ma tradisce a sua volta la sua ademocraticità: non solo gli oligarchi che gli sono ostili sono in carcere, impossibilitati a far politica ( e questo non sarebbe un male ) e Anna Politkovskaja è morta, ma anche tanti piccoli blogger sono in prigione. La libertà è ammessa o meglio contemplata, solo se si conforma. A prescindere.

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