domenica 11 dicembre 2016

Non cìè alternativa: si ricomincia.

Non è la Costituzione, mai applicata, post resistenziale, non sono i costi della politica: si tratta di diversivi e di gretta attività lobbystica, da parte di chi è ormai senza poteri, perchè indebitato fino al collo per ragioni clientelari. Si tratta della camorrilla della politica tradizionale, mai rimossa e risorgente, come un tumore, ad ogni svolta incongrua con quegli apparati e quelle metodiche. Un'altra figura scialbe, dal curruculum contraddittorio, probabilemnte dalla personalità evanescente ed etero-dirigibile, a continuare l'opera di soffice adeguamento alle direttive europee. Una clonazione di Gianni Letta, dopo le cafonate, protrattesi fino all'ultimo, di Matteo Renzi, che ha dettato a Gentiloni, per due volte, la lista dei "suoi" futuri ministri, prima che costui ricevesse l'incarico da un presidente/travicello. A riprova, la probabile nomina del trombato sindaco di Torino Piero Fassino, al ministero degli affari esteri. Non ricordo se aveva svolto un incarico consimile nel P.D., ma, anche se fosse stato, si tratterebbe di un ripescaggio per linee interne, la riedizione di un sistema di potere che, a Torino, il Movimento 5 Stelle aveva scalzato. Rieccolo, dunque. Si annoiava, rischiava la depressione. La consultazione referendaria del 4 Dicembre, prevista proprio da quella Costituzione che si voleva far franare, ha segnato solo l'inizio, la ripartenza, mentre il ricompattarsi "istituzionale" dei poteri di sempre, si è già posto "all'opposizione", ma dal governo. Sarà dura per l'Italia, gravemente impoverita, mantenere vivo il modello democratico. Per farlo dovrà rinforzarlo, alla faccia di questi pseudo-governanti e delle forti componenti reazionarie della società.

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