lunedì 19 dicembre 2016

In cosa differiscono?

Il commissariamento del Sindaco di Roma - non del Comune, che resta fuori dagli obiettivi del grillismo - segna un brutto episodio nella già ampiamemte sud americana politica nazionale. Con Pizzarotti, a Parma, in una realtà infinitamente meno complessa, ma con le sue concrezioni, preesistenti all'elezione di un Sindaco ed autoalimentantesi, nonostante lui, l'operazione non era riuscita. La povera Raggi che, all'atto del suo insediamento, aveva posto il figlioletto sullo scranno S.P.Q.R., potrebbe rimettercelo. Non capisco che cosa ci faccia ancora: prima era ostaggio di quattro marpioni di lungo corso, ora di un comico volgare e squittente e di un imprenditorucolo ereditario settentrionale, in nome di un'immagine di immacolatezza pubblica che non esisteva neppure quando Roma, la forza, in greco, era un Impero. Resterà adesso a fare da Sindaco-Quisling, con amministratori lombardi, fedeli ai Casaleggio? Abbiamo già i Governi-Quisling - Monti, Letta, Renzi, Gentiloni - tanto che se ne perde contezza e si assimilano come una normalità, cominciamo, sotto l'egida dei moralizzatori della Rete, con i Comuni e, segnatamente, con quello della Capitale, dal quale la mediazione politica a tutti i livelli, si fa possibile. Per fortuna, la Chiesa bergogliana ha deciso di disinteressarsene, anche se ha impetrato l'aiuto divino sulla malcapitata che il Papa aveva avuto occasione di incontrare due volte. Al suo esordio era stata snobbata da tutta la vecchia guardia della politica familistica e servile, gli stessi che saranno sconfessati clamorosamente al referendum costituzionale e che hanno rinserrato le loro fila come se niente fosse stato. Le sarebbe toccato di essere snobbata dal suo cerchio magico, del quale tutti coloro che assumono una veste, pubblica o aziendale, amano circondarsi, di quello di Casaleggio Jr fanno parte i futuri "oriundi" del Comune di Roma. Adesso è stata snobbata da un comico-amministratore della Casaleggio & Co. Si è pentita e continua a sorridere. Ma con quale prestigio parteciperà alle occasioni nelle quali dovrà rappresentare la sua città? Avrà alle spalle l'icona ghignante di Beppe Grillo? Dopo aver - a mio avviso, virtuosamente rifiutato di saccheggiare ulteriormente le casse civiche, con le Olimpiadi del 2020 - il gratta-gratta si è intensificato per linee interne, il facile sputtanamento di figuri impresentabili, è stato messo in atto, per cercare di sottoporsi allo stesso destino, ma solo dopo aver messo le mani nel sacco. Non rubare - e non credo che avverrà - non è sufficiente: bisogna agire e, ogni volta che tenterà di farlo, sarà sotto tutela ed egualmente esposta a ogni sorta di compromesso affaristico. Il Comune di Roma ne è il volano, estraniarsene significherebbe isterilre l'amministrazione in un nulla alla lunga incomprensibile. A meno che non si vogliano sostituire i predoni indigeni con i Lanzichenecchi. Virginia Raggi non ha la forza e la grinta grifagna per esercitare il potere in un contesto greve come quello che, per altro, conosce certamente molto bene; potrebbe essere un pregio, ma dovrebbe avere almeno il riflesso, il decoro, di togliere la sua faccia dai manifesti all'immacolatezza di Grillo (sic! ) e degli impiegati candidatisi, in Rete, per due mandati. Quanti ne servono per lucrare una pensione e alimentare gli obiettivi della casaleggio & Co. Tutto secondo consolidata tradizione.

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