giovedì 29 dicembre 2016

Dissimulazioni ed arroganza.

Dunque, Giulio Regeni è stato venduto ai poliziotti egiziani, " al ministero dell'interno", dal presidente del sindacato degli ambulanti del Cairo. Pare che i sindacati egiziani siano protetti dal governo e, in particolare, dal ministero di polizia. Il probo sindacalista avrebbe deciso di vendicarsi, allorquando Regeni si sarebbe rifiutato di comprargli un biglietto aereo e un altro "benefit" che non ricordo. Il sindacalista istituzionale, di un paese dittatoriale, avrebbe provveduto a farsi filmare nel corso di un incontro, durante il quale si vedrebbe Regeni - il video è senza audio - passargli del denaro "in cambio di informazioni, "che formulava con troppa insistenza e troppa curiosità". L'inchiesta che gli era stata commissionata dell'Università di Cambridge. Il sindacalista degli ambulanti, basisti e informatori per la polizia - povero Regeni, ancora una volta quanta ingenuità - se ne viene fuori oggi, con un'intervista alla stampa internazionale, che, normalmente, dovrebbe valergli un'incriminazione, anche se l'interlocutrice asserita fosse stata la polizia, una polizia che, in Egitto, dipende direttamente dal Generale golpista e Capo dello Stato, Al Sisi. "Regeni faceva troppe domande" - perfetta affermazione in stile mafioso e levantino - " è la polzia che si occupa degli ambulati - in che termini? - non Regeni": affermazione di becera utilità pratica e sindacale; infine: "ogni buon egiziano, nel senso di cui sopra, al mio posto avrebbe fatto lo stesso". Le affermazioni, a ruota libera, del tribuno degli ambulanti ed informatore della polizia politica, vengono formulate, dopo la diffusione dell'ambiguo filmato, nel quale il gesto imputato, ammesso che fosse stato una compravendita di informazioni e non un "benefit", dei tanti che il sindacalista era uso chiedere per sé e non per i suoi protetti ( dalla polizia ) e, se, da un lato, serve a confermare la bestialità dei bastardi scherani del regime, dall'altro non inficia l'attività d'indagine del ricercatore, la sua libertà, purtroppo "vulnus" gravissimo all'interno di un regime imposto con la forza e, conseguentemente, criminale. Un'analoga azione, per difendere l'omertà di qualche accolita delinquenziale, privata o istituzionale, sarebbe stata oggetto di persecuzione giudiziaria, salvo accomodamenti in paesi, per molti versi non dissimili dall'Egitto, come l'Italia. In chiusura, l'ambulante-premier si lascia andare ad una valutazione politica: " come mai, dopo la diffusione del filmato, la situazione si è acquietata?." Da ambo le parti?" Ecco chiarita l'ambiguità. I poveri genitori continuano a gridare nel deserto

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