martedì 6 dicembre 2016

Lo zenit del diritto pubblico, sottratto dai cittadini ai privati.

Il referendum costituzionale, che ha visto la partecipazione tradizionale degli italiani alle consultazioni concrete e quindi partecipate, riguardava solo la forma giuridica della Nazione e dello Stato: la baraonda delle dichiarazioni, alcune fondate su legittime aspettative di cambiamento nella prassi di governo e non nella mutilazione giuridica, cerca, in molti altri casi, di confondere le idee, come la propaganda elettorale; il dado è tratto, adesso bisogna ricominciare ad operare nell'alveo della Costituzione, dopo il terzo tentativo di sovvertirla, di Gelli, Berlusconi e Renzi, secondo interessi privati e occulti. Il dibattito politico, le tribune informative devono riprendere in un'ottica di aggiornamento e di chiarificazione dialettica: lo stato dei conti pubblici e le sue cause devono essere chiaramente illustrati, il terzo salvataggio di fila della democrazia ad opera del suo depositario, il popolo, induce a riporre fondate aspettative sulla saggezza dei cittadini, senza scambiarla per l'acquiescenza del gregge. I precipitati delle primarie tosco-emiliane se ne vadano tranquillamente a svernare altrove; il prossimo governo, che dovrà essere frutto di una elezione, ripristinando l'investitura indispensabile a prendere dei provvedimenti, dovrà motivare le sue scelte e sottoporle al dibattito pubblico, procedendo, come è suo dovere, ma non sottraendosi alla critica, che potrà a sua volta esercitare. Spero anche che il prossimo Presidente del Consiglio, non più nominato, non esordisca alla Camera o al Senato con cucchiani e tazzine da caffé sul banco della presidenza: mancavano solo una sigaretta in bocca ed i piedi sullo scrittoio e che si rivolga ai parlamentari con la dovuta sacertà e sicurezza, ma senza svillaneggiarli, senza farli votare per la propria eutanasia, così come spero che il prossimo Parlamento sia composto da eletti e non da nominati. Non sono i costi della pletora dei deputati ( soprattutto ) e dei senatori da abbattere come in un'azienda qualsiasi, ai fini del lucro dei nomianti superstiti, ma è la qualità dei candidati, in collegi più ampi e per due mandati al massimo, attraverso il dimezzamento degli uni e degli altri, ad elevare i contenuti legislativi e del dibattito pubblico. E' importante che i consiglieri e gli assessori comunali e regionali non deliberino in plenaria a Roma, dove si spartirebbero corruttivamente i denari e peserebbero, per scambiarsele, le poste, ma che si assumano evidenziabili responsabilità decentrate, in termini di efficacia e di spesa. L'informazione e la partecipazione, secondo chiari criteri di moralità e di rigore, senza guarentigie e salvataggi, deve concorrere, su scala nazionale, a migliorare l'equa distribuzione delle possibilità che non vanno reiterate se non vengono colte e sfruttate. Così facendo, nulla osta all'integrazione europea, quella non furbesca e particolare. La salvaguardia della Costituzione potrà essere di sollievo alle classi in via di impoverimento della nazione, secondo un processo malefico che l'amputazione della legge primaria avrebbe aggravato. la Costituzione è un bene pubblico e non deve essere appaltata ai privati, come si è tentato di fare.

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