venerdì 30 dicembre 2016

La "vacanza" dei diritti residui, almeno di quelli tecnologici, non ci sarà. Se permetti che si alzi un muro, pensa a che cosa lasci fuori. Italo Calvino

Il presidente dell'antitrust, un certo Pitruzzella, se ne è uscito con un'intervista al Financial Times, nella quale, riferendosi trasparentemente solo all'Italia ( negli Stati Uniti, un simile provencialismo sutoritario ancora non si è visto e sono gli americani ad aver "messo in circolo" internet ) impetra la censura, la rimozione e la sanzione delle notizie non approvate da una indeterminata autorità pubblica. Non ci riuscirà, ma ciò non attenua la gravità di queste affermazioni, contraddittorie per un garante d'antitrust, da parte di un corifeo di un potere ademocratico sconfessato che, per portare a compimento i suoi servigi, crede di avere bisogno di un'impossibile uniformità d'informazione. Crede, perché non è così, purtroppo, ma i coglioncelli, nominati come Renzie, si sentono veritariamente osteggiati dall'intelligente opinione espressa anche sul Web. Non si tirino in ballo le offese e le minacce che pochi infelici rivolgono alle istituzioni, le trasposizione in Rete di video compromettenti di ex fidanzate e ex mogli che, a suo tempo si erano comunque fatte filmare, per vendetta postuma, mentre si asseconda, per interessi economici, ogni sorta di pornografia, effettiva e morale. Si rimpiangono i giornali d'area e di apparato, la televisione ( ancora ) governativa, ma questo modello non può più tornare. Ebbene, i Pitruzzella d'occasione non sanno far altro che teorizzare, per chiedere una censura e una persecuzione delle opinioni e solo delle opinioni, espresse in rete, con l'ovvia esclusione di quelle incensatrici, conformistiche o neutrali. Solo a Cuba hanno fatto così, ma i blogger hanno continuato nella loro pericolosa opera; in Cina si è vietato Internet o lo si è limitato all'anodina manifestazione di insulsaggine, non ostativa, in Turchia, ogni qual volta il potere, per fortuna molto screpolato del Sultano Erdogan, viene commentato e criticato, Internet e i social network vengono inibiti più o meno a lungo ( il tempo di ridurre a più miti consigli gli intemperanti ) mentre i quotidiani d'opposizione sono stati chiusi prima e dopo il tentato colpo di Stato. Neppure l'azione degli hacker russi, che possono agire soltanto verso l'esterno, perché anche in Russia, l'opposizione anti putiniana e contraria agli oligarchi del suo cerchio magico, l'unico Paese che non ha aderito al regime internazionale di individuazione dei provider, di cui si valgono i truffatori e i pedofili di tutto il mondo, ha, neppure per un attimo, messo in discussione la libertà della Rete. Ecco che, con la stolidità dei prepotenti e degli inquisitori, pericolosamente, un altro corifeo di sistema si leva a recitare il suo compitino, la sua poesia di Natale, che elogia i buoni propositi e accusa i cattivi, in simbiotica, ma articolata, dialettica sul Web. Come se l'uomo dicotomico potesse essere libero a prescindere dalla sua natura. L'attenzione e il lavoro, a difesa della libertà, non possono e non devono andare in vacanza.

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